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Si è tenuta ieri sera, presso la libreria-biblioteca sociale “Il dono”, di Aversa, la presentazione del libro “L’albero della buona idea”, di Valeria Verolino, Edizioni Iod.
Erano presenti alla serata: Raffaele Sardo – Giornalista de La Repubblica
Maria Romanò – sorella di Attilio Romanò
Valeria Verolino – autrice del libro
Fabio Giuliani – Referente Libera Regione Campania
moderatore
Valerio Taglione (Comitato don Peppe Diana)
Illustrazioni di
Violante Varriale
Dopo i saluti di Maria Acierno, volontaria della libreria Il dono, la serata ha dato vita ad una interessante e commovente narrazione della vita di Attilio Romanò, vittima innocente della camorra.
Fabio Giuliani ha ricordato Attilio, la sua passione e dedizione al lavoro ed ha apprezzato la scelta di associare all’albero della mimosa, questo giovane che è stato colpito a morte dalla mano armata della criminalità organizzata, pur essendo innocente.
“Ogni volta che presento questo libro, mi rendo sempre più conto di essere fortunata ad aver conosciuto Attilio Romanò. Il mio intento nello scriverlo è sempre stato quello di ricordare Attilio. Il giorno in cui lo hanno ucciso è stato un giorno bruttissimo che non riuscirò mai a dimenticare. La nostra è stata un’amicizia empatica: a volte bastava un cenno di intesa e ci capivamo subito. Pochi anni dopola sua morte è iniziata la collaborazione con Libera da parte di mio marito, poi ho conosciuto i familiari di Attilio, e da loro ho imparato a sperare di nuovo, grazie alla loro forza e al loro coraggio è nata di l’idea di farlo rivivere attraverso il mio racconto.” Valeria Verolino ha ricordato così il protagonista del suo libro.
Commossa ed emozionata parla, poi, Maria Romanò:
“Ritrovarmi a parlare di mio fratello in un luogo chiamato Il dono, è per me ancora più emozionante, perché Attilio per noi è stato un dono; chi lo ha conosciuto quando era ancora in vita può condividere questa mia opinione, così come chi lo ha conosciuto dopo la sua morte può avere ancora di più questa sensazione, che lui sia stato e sia ancora un dono. In questo libro viene messa in evidenza la sua essenza, il suo modo di essere, le sue fragilità.”
“Il 24 gennaio 2005 Attilio Romanò fu ucciso perché era l’unico presente nel negozio di telefonini nel quale lavorava. Il reale obiettivo dell’agguato era Salvatore Luise, nipote del boss degli scissionisti Rosario Pariante, ma gli sciossinisti, in quel periodo avevano l’ordine di colpire senza indugio chiunque si trovasse sulla stessa linea del loro bersaglio. Quindi non trovando il vero obiettivo, uccisero il giovane Romanò.” Riassume così la cronaca dell’accaduto Raffaele Sardo, giornalista de La Repubblica.
A Valerio Taglione del Comitato don Peppe Diana il compito di chiudere la serata:
“Attraverso queste testimonianze dobbiamo capire che ricordare le vittime innocenti è un dovere e che devono essere rispettate perché memoria e giustizia sono due concetti fondamentali e indivisibili. Mi piace dire che memoria è giustizia, poiché la giustizia senza memoria non ha motivo di essere così come la memoria senza giustizia. Il nostro compito è quello di ricordare per rendere giustizia a tutte le vittime e ai loro familiari.”
di D.M.
Il libro:
Attilio Romanò è una delle 335 vittime innocenti della criminalità in Campania. Vittime che fanno ancora poco rumore. Ma l’autrice, Valeria Verolino, in questa sua invenzione narrativa, fa rivivere il giovane Attilio dopo la sua tragica morte : egli prende nuovamente vita diventando un albero, un esile albero di mimosa, che pian piano si sveglia e inizia a riconoscere se stesso, i luoghi e le persone che lo circondano. Ricorda, soffre, sorride e vive in queste nuove vesti, conducendo il lettore nel suo mondo e nei suoi pensieri per non rendere vana la propria morte. L’autrice fa rivivere Attilio nel cuore di tutti noi.