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Non c’era cosa migliore che aprire la rassegna di Pausilypon: suggestioni all’imbrunire con “Le Città di mare” di Eugenio Bennato. Questo spettacolo, dal sapore mediterraneo, sabato, 28 maggio, nella magica location archeologica del teatro al parco Archeologico del Pausilypon, ha dato il via alla serie di spettacoli che delizieranno gli amanti della cultura, dell’arte, della musica e del teatro durante tutti i weekend a partire dal 28 maggio fino al 26 giugno 2016.
Attraverso la grotta si Seiano si è giunti nel parco (volendo con l’ausilio di guide che hanno descritto in modo dettagliato le caratteristiche storiche del luogo) che si apre ad uno scenario romano-marino meraviglioso e dove grazie all’associazione Ager Campanus e Alma Flegrea un delizioso buffet di stuzzichi e vini, ha accolto gli ospiti.
Prima dello spettacolo sono intervenuti l’assessore alla Cultura del Comune di Napoli Nino Daniele, il presidente del CSI Gaiola onlus Maurizio Simeone, i direttori artistici della rassegna Stefano Scognamiglio e Francesco Capriello, che in breve hanno raccontato la storia dell’associazione onlus della Gaiola, della sua fervida attività di recupero, dei suoi progetti e di come sono stati investiti i fondi. Hanno fatto presente che il Comune di Napoli ha sostenuto concretamente e generosamente le attività del Centro Studi Interdisciplinari Gaiola Onlus e le prime due serate rientrano in “Maggio dei monumenti” grazie al Comune di Napoli e l’intero incasso sarà destinato ai lavori di restauro dell’Odeon dell’antica villa del Pausilypon.
Dopo una breve presentazione degli strumenti che i musicisti avrebbero usato, mandola, chitarra battente, chitarra classica, viola suonata in modo arabo, percussioni, si è dato il via allo spettacolo “Le canzoni di mare ” ed è intervenuto Eugenio Bennato assieme a Enzio Lambiase alla chitarra, Mujiura alla chitarra e basso, Sonia Totaro voce e danza, Giustina Gambardella alla percussioni e Mohammed El Aloui voce.
La prima parte del concerto è stata una serie di brani, definiti da Bennato “canzoni di contrabbando”, non solo belli dal punto di vista melodico, ma anche da quello storico-politico- culturale, con testi molto interessanti perché frutto di accurate ricerche e indagini storiche riguardanti il periodo dell’Unità d’Italia, la questione meridionale, il brigantaggio e miranti a raccontare la verità di ciò che accadde in quel periodo, completamente diversa dalle versioni “ufficiali.
Il brano iniziale “Il mondo corre”, è stato “filosofico” perché tratta della lentezza, caratteristica dei meridionali che da difetto è stata rivalutata in quanto consente di cogliere tanti aspetti della vita “il mondo corre corre e non si ferma ad aspettare perché corre troppo forte…”
La canzone successiva, “Ritmo del sud”, è stata suonata con la chitarra battente, seguita dalla vivace e assai ritmata coinvolgente “Ritmo di contrabbando” con interventi in lingua araba. Il ritmo è cambiato completamente con la canzone successiva “Ai naviganti in ascolto”. Eugenio Bennato ha proseguito proponendo, con spiegazioni e brevi aneddoti, brani dai testi che sono stati un invito alla riflessione e all’analisi critica di episodi storici come “Balla la nuova Italia”, “Questione meridionale”, “Nico Nanco” sulla storia risalente al 1859 di un brigante che fu ucciso per non permettergli di parlare “…si parlasse putesse dì qualcosa di meridionale…” e la toccante “Angelina” dedicata ad una bambina che fu fucilata a Castellamare del golfo in Sicilia perché accusata di brigantaggio.
Il concerto poi è proseguito con canzoni dedicate al Mediterraneo e alla fusione delle culture, una sorta di globalizzazione del Sud. Eseguite a ritmi sempre più coinvolgenti e vertiginosi e tra danze svariate che spaziano tra le tarante, le tammurriate e le pizziche associate a svariati canti, sono state un effervescente ed esplosiva fusione di melodie di contenuti e lingue mediterranee, una sorta di globalizzazione culturale del Sud. Così facendo un riferimento alle “tre città più belle del mondo: Napoli, Istanbul e Rio De janeiro” si è eseguita la canzone che ha dato il nome all’evento “le città di mare” che ha regalato momenti belli resi particolarmente suggestivi grazie al volo di gabbiani che col loro verso immergevano i presenti in navigazioni ricche di fantasia ed immagini, seguita da “Lucia e la luna”. Subito dopo Bennato ha fatto una breve presentazione di una canzone particolare “Mon père et ma mère”, suggerita da un ragazzo del Camerun (mia madre e mio padre si sono conosciuti in “galera” termine che in francese significa anche situazione estrema)
Un gran coinvolgimento c’è stato allorché è stata eseguita la celeberrima e vivace “Che il Mediterraneo sia”.
Nel brano finale “L’acqua e la rosa” ciascun musicista è stato presentato da Bennato e si è concesso degli spazi con assoli che evidenziavano maestria e virtuosismo.
Si è arrivati al bis con una commovente dedica a Pino Daniele con “Napul’ è”, seguita poi da una ulteriore ventata di energia col ritmo incalzante di “Anima persa”.
Le ultime luci di un tramonto marino, dolcemente, si sono spente ed il percorso del ritorno, col cuore pieno di musica bella, è stato illuminato da suggestive candele poste ai bordi del sentiero conducente verso l’antica grotta di Seiano.
Daniela Vellani