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Concepito e diretto da Ted Keijser, con Laura Bernocchi, Orazio de Rosa, Benoit Roland e Simone Romanò ed Emanuele Pasqualini, Leonardo e la Colomba è uno spettacolo poetico e circense, ispirato all’opera di Leonardo da Vinci, in particolare alle sue invenzioni legate ad uno dei sogni più radicati nell’immaginario collettivo umano: volare.
Coprodotto da Pantakin CircoTeatro, Baracca dei Buffoni, rappresenta, in particolare, un omaggio all’uomo, insieme scienziato ed artista, che ha fatto dell’osservazione della realtà, sì, ma soprattutto del saper guardare oltre la stessa, il centro del suo pensiero, della sua ricerca e della sua opera.
Il nostro Leonardo nasce di nuovo, 500 anni dopo, non a Vinci, bensì a Mirano, nei panni di un clown, dotato di grandissima curiosità nei confronti del mondo circostante ed animato dal desiderio di realizzare il suo sogno più grande, quello di volare.
Il susseguirsi, sul palco di Leonardo da Mirano, di numeri aerei di acrobatica, come il cerchio o i tessuti, di giocoleria, di performance di musica e di danza è un continuo rimando alla metodologia cognitiva ed empirica di Leonardo da Vinci, noto per aver attinto dalla tecnica, dall’arte e dalla scienza, contaminando i suoi studi sulla meccanica, l’anatomia degli uccelli, il comportamento dell’aria ed esser riuscito a creare qualcosa di mai visto prima.
Un circo senza tempo, dunque, dove il sogno di volare si afferma comemetafora della volontà umana di elevarsi al di sopra della realtà e di sperimentare prospettive differenti, di esplorare nuovi punti di vista e nuove angolazioni dell’universo.
Il genio di tutti i tempi ed i clown, suo alter ego, sono accomunati dalla loro capacità di immaginare, di andare oltre e di credere all’impossibile, spiccando il volo, pur rimanendo con i piedi per terra, poiché, tanto, “chi ha provato il volo camminerà guardando il cielo, perché là è stato e là vuole tornare.” (cit. Leonardo da Vinci).
Federica de Paulis