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Caserta, Rocco Papaleo fa salotto in libreria per l’anteprima dello spettacolo “Buena Onda”

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15536783_10208261113861385_1065225845_oA due passi dal Museo Archeologico dell’Antica Capua e dal Teatro Garibaldi  di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, in via Martucci, c’è una piccola, deliziosa libreria, la Libreria Spartaco che, avendo aperto i suoi battenti il 29 dicembre del 2006, è a pochi giorni dal suo decimo anno di attività. Numerosi sono gli incontri interessanti che ha ospitato e ospiterà fra i suoi libri, come quello con Isa Danieli lo scorso novembre o Marco Cubeddu, l’autore che presenterà il suo romanzo “Con una bomba a mano sul cuore”, sabato 17 dicembre alle ore 19,00. Mercoledì scorso, il 14 dicembre, invece, un intrigante Rocco Papaleo, assieme al collega attore napoletano, Giovanni Esposito, hanno deliziato gli uditori presenti in sala, con una chiacchierata intima, informale ma ricca di commenti arguti sul mondo del teatro, del cinema, in una visuale che si è fatta via via sempre più ricca di contenuti personali. Tra il serio e il faceto, i due attori, venuti a Santa Maria Capua Vetere per rappresentare “Buena Onda” al Teatro Garibaldi, uno spettacolo per la regia di Valter Lupo, sul teatro canzone, hanno disvelato tanto di loro stessi, di quel dietro le scene che tanto affascina il pubblico ma che spesso non si è preparati ad accogliere.

Si parte da una frase, una citazione rilasciata da Rocco Papaleo “Entrare in teatro, per me, è come lasciare la terraferma. È solcare il mare dell’immaginazione, vivere un’esperienza di navigante”. Immediatamente l’ironia entra in scena: “Chi l’ha detta, io? ” afferma serio e fintamente impensierito l’attore, che si era accomodato tra le poltrone a pochi passi dal pubblico, entrando composto e serio, in un’espressione che non siamo abituati a vedere. E qui che il pubblico deve abituarsi a prendere confidenza tra il mondo patinato del teatro, del cinema e la realtà. Dietro le quinte Rocco Papaleo è una persona seria, “rassegnatevi” dice, ad un certo punto. Parla, spronato, della malinconia di fondo, che è leggibile sempre nella sua comicità, di come lui prediliga una comicità sottile, anche amara, a quella vuota dei cinepanettoni, o degli show sul genere Made in Sud, dove la risata è fine a se stessa. La coppia con il napoletano Giovanni Esposito è nata con la serie “Giornalisti”, che non andò bene, afferma Giovanni ridendo, ma gli ha dato la possibilità di creare questo consorzio artistico che si è consolidato con altre esperienze.

“Per un artista del sud è facile essere incasellati” afferma l’attore napoletano e continua “il regista tende a prender ciò che serve di te”. Rocco è più sereno sull’argomento, afferma di non badare più a questo aspetto, che da giovane tanto lo faceva “incazzare” mentre ha sofferto soprattutto nel non poter fare emergere le sue qualità applicate in ambito musicale. L’ideale di riconoscimento arriva solo con “Basilicata cost to cost” ma oggi “se ne frega”, pensa a quel che gli dà questo lavoro, compresa la possibilità di mantenere la famiglia, di fare una vita agiata e quindi si dichiara ” mercenario”  disposto anche a togliersi i pantaloni al momento, e si alza in sala facendo il gesto di slacciarsi la cintura, causando l’ilarità generale. È la terza volta che porta un suo film a teatro o viceversa, facendo sovrapporre i suoi lavori, il suo Cinema ideale è il cinema-canzone, come il teatro è il teatro-canzone.

Rocco Papaleo, a differenza del collega Giovanni Esposito, dichiara di preferire il teatro al cinema e, comunque, i lavori che non lo lasciano ingabbiato, si definisce di indole ” esuberante”, e di conseguenza di soffrire in situazioni in cui tutto viene gestito da altri. Durante la chiacchierata, Rocco, si scioglie in tutto il suo sarcasmo, si definisce incostante, nella vita, nei sentimenti, uno che cambia spesso idea. Quando gli si chiede del suo rapporto con il pubblico risponde che, ovviamente, preferisce un pubblico colto che può apprezzare le grandi escursioni termiche che lui propone ma che non ha un target di riferimento, che invecchiando è diventato più sereno rispetto al rapporto col pubblico e le sue aspettative; oggi è felice anche se fa una chiacchierata tra una cinquantina di persone, come in questa occasione. Tra le attrici preferite cita Giovanna Mezzogiorno, con cui ha un rapporto speciale ma ha una grande ammirazione per Paola Cortellesi, con cui ha lavorato bene, la definisce una fuoriclasse. Giovanni Esposito gioca facile e afferma di avere una predilezione per la Morante. Dei libri, di cui si comincia a parlare, cita Fuoco su Napoli fra i suoi preferiti. Giovanni ama il cinema francese che, dice, non lo delude mai. Rocco attesta di non avere riferimenti, si scorge in lui la luce del vero artista nel suo anticonformismo, nel distaccarsi dalla falsa ricerca di una risposta giusta, afferma semplicemente che ama i thriller, che presta attenzione particolare ai personaggi, che non siamo più in un mondo delle scuole-correnti, oggi tutto è alla portata di tutti e quindi ognuno può formarsi una propria struttura di pensiero.

Si termina parlando di città italiane, della scelta personale di Rocco di comprare casa a Torino, tutti si chiedono perché Torino e non Milano, Roma o Napoli, che pur offrono una buona vetrina, se non migliore, per un artista. L’attore lucano conferma, come ben sappiamo, che Torino è una città che offre una proposta culturale mediamente più alta delle altre grandi città, che però è una città dove è semplice vivere, perché funziona tutto ed è anche una città molto meridionale, che ha una bella atmosfera. Di Napoli dice “è bella ma sporca, cafona, ci sono sì buone offerte culturali ma è difficile raggiungerle, è una città anche buona ma per chi “sta bene”. Afferma che alla sua età vuole avere le proprie cose e stare tranquillo, che non sente e non ha necessità di fare la movida, infine dice, senza finta modestia, di essere ormai un attore riconoscibile e di lavorare a prescindere da queste vetrine, di cui hanno bisogno i giovani emergenti. Si leggono nelle sue dichiarazioni grande lucidità, su se stesso, sull’arte, sulla realtà circostante. Esposito, invece, vive a Roma ma vorrebbe stare a Napoli, anche se per il momento non gli è possibile. Parlando di Caserta, Rocco Papaleo si mostra piacevolmente impressionato, dell’atmosfera, di come si mangia, della bellissima  reggia; afferma di starci volentieri, vi ha tenuto diversi spettacoli, ma che l’ama anche per i suoi talenti Servillo, Laudadio, gli Avion Travel, di cui è grande estimatore.

Immersi tra il calore delle luci soffuse, dei libri, fra i vicoletti del centro storico, l’incontro è stato qualcosa di indefinibile, tra il salotto culturale e l’incontro informale, fra amici. Infine ci si accompagna tutti all’uscita e ci si saluta con un “ci si vede fra poco in teatro”.

Rocco Papaleo, questa sera, riceverà il premio PulciNellaMente presso “Il Salotto a Teatro”,  alle ore 18,30 nel foyer del Teatro Comunale di Caserta, dove continua  il loro spettacolo “Buena Onda” fino a domenica 18 dicembre.

Lucia Dello Iacovo

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