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Napoli, successo per il musicista Arsène Duevi, nell’ambito della rassegna “Nu’ Tracks”

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Energia de vendere, sorrisi, divertimento, sound e ritmo viscerali, note musicali fresche e fuori dagli schemi, melodie, bel canto e altro sono stati gli ingredienti di un evento unico e spettacolare. Tutto questo è quello di cui il pubblico ha potuto godere, sabato 8 giugno 2019, presso il centro di Cultura Domus Ars, in via Santa Chiara, nel cuore della città partenopea, grazie all’organizzazione di Stefano Scopino e allo staff di Nu’ Tracks, i quali hanno lavorato senza sosta per la realizzazione di una serata spettacolare e di spessore culturale.

L’evento di cui si sta parlando è stato il terzo, dopo i Kalàscima e le SesèMamà, della prima edizione di una rassegna straordinaria: il Nu’ Tracks Festival, e ha visto protagonista Arsène Duevi, talentuoso artista originario del Togo e residente a Milano. Definito “ambasciatore italiano della musica World” e “sciamano musicale”, è bassista, chitarrista, cantante, direttore di coro, compositore ed etnomusicologo, arrivato in Italia nel 2002.

La serata con Arsène con la sua grande forza vitale è stata una grande festa  che ha avvolto tutti in un grande e caloroso abbraccio sinergico, una vera e propria esplosione culturale e musicale.

I Laje Ba, un trio costituito da due senegalesi e un capoverdiano, sono stati i protagonisti dell’open act e hanno subito immerso il pubblico nei ritmi esotici e vibranti con echeggiamenti del continente dove sono nati il primo uomo, la musica e la danza.

Subito dopo i ringraziamenti di rito rivolto all’organizzazione e alla Domus Ars, il saluto è stato rivolto alla Senaso che con lodevoli iniziative di impegno sociale si adopera per creare proficui e arricchenti scambi culturali tra Napoli e Paesi africani. Luis è, quindi, stato invitato sul palco a illustrarne le attività.

Quindi si è dato il via all’esplosivo concerto di Arsène Duevi. La sua voce è risuonata dal fondo della chiesa in un canto che ha immerso i presenti in un’atmosfera molto suggestiva e ricca di immagini. L’impatto emotivo è stato forte. La voce ha toccato in profondità le corde di ciascuno.

Una volta raggiunto il palco, il concerto di Arsène è proseguito con un susseguirsi di brani variegati, a volte biosi e a volte malinconici, racconti di aneddoti e messaggi importanti. La voce potente, talvolta vibrata, dal timbro limpido e caldo, a tratti evocativa e delicata si univa a piccole percussioni e alla chitarra suonate da lui. Grazie al loop station, con grande abilità registrava all’istante la voce in più canali e con diverse tonalità per poi subito diffonderla cantandoci su. Si creavano così magicamente cori gospel polifonici meravigliosi ed emozionanti. Il trasporto e il virtuosismo con cui ha espresso la sua arte canora e strumentale sono state contagiose e si è creata una simbiosi col pubblico che, diretto da lui con passione e forza persuasiva, si è unito al canto e al ritmo lasciandosi andare liberamente alla danza.

Arsène ha proposto numerosi brani, alcuni dedicati alla donna, ai vecchi e alla madre come Zibidi, vivace e trascinante.

Il racconto di una storia ha introdotto una canzone che parlava del faticoso lavoro nei campi di cotone: “Si arrabbiava, zappava, piangeva e sorrideva”, diversi stati d’animo che ha saputo abilmente interpretare con diverse sfumature di canto.

Alla fine del concerto insieme ai Laye Ba ha intonato altre canzoni.

A gran voce sono stati richiesti i bis e il cantante ha invitato il pubblico ad avvicinarsi al palco per rendere ancora più partecipativa l’esibizione.

Generosamente, di fronte al pubblico che non accennava ad andare via, ha improvvisato una magica versione di Napul è di Pino Daniele e la sua voce si è trasformata in uno strumento sul quale il pubblico visibilmente emozionato ne intonava le celeberrime parole.

Si è conclusa così una rassegna di grande spessore e risonanza sociale che è andata al di là dello spettacolo musicale. Il messaggio insito nelle tappe dei tre appuntamenti, infatti, è importante: promuove la solidarietà, l’integrazione, l’inclusione, l’apertura al prossimo, l’amicizia interplanetaria. Il linguaggio musicale è fondamentale per raggiungere scopi umanitari perché costituito da un “lessico” che rende tutti fratelli, supera pregiudizi e barriere, è una forza che unisce chi ascolta in un grande abbraccio.

Appuntamento alla prossima con nuovi artisti e rinnovate emozioni.

 

Daniela Vellani