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Dopo un periodo di pausa, Vitrone ritorna con un nuovo brano, vuoi parlarcene?
Dopo quasi 4 anni da Piccole Partenze esce questo nuovo album. Respira è il singolo che anticipa l’uscita, prevista per fine gennaio. Il brano è stato scritto nel 2008, nel periodo di VitroneMaltempo,lo abbiamo riarrangiato e riproposto in una nuova veste; in realtà il nuovo album conterrà 4 nuove composizioni più alcuni brani tra i più significativi del mio repertorio, rivisitati. L’album è stato registrato in parte live, la batteria per esempio, Buona la prima, questo lavoro superbo di Mimì Ciaramella ha contribuito a creare un sound omogeneo in tutto il disco. Il video clip di Respira è stato realizzato con il solito gruppo di videomaker a cui mi affido da anni e cioè Ubia, Alessandro Rauccio e Giulio Caputo, l’attrice, bravissima è Ilaria Delli Paoli di Spazio X, insomma un gruppo di lavoro rodato e affiatato, io stesso, vincendo la mia immancabile timidezza, ho dato il mio contributo.
Quali sono le difficoltà che un autore incontra oggi quando trova l’ispirazione e una volta scritta la canzone vorrebbe pubblicarla?
Le difficoltà sono molteplici, una su tutte ormai atavica, i dischi con i classici canali di distribuzione non si vendono più: si sa che oggi continuano a vendere solo gli artisti mainstream. Quindi si può sperare in un etichetta piccola che ti pubblichi l’album oppure avere la forza di autoprodursi, di trovare un buon ufficio stampa, macinare chilometri per i concerti e vendere il cd, e può sembrare starno, ma questo per me significa soprattutto libertà. Ho conosciuto entrambe le dinamiche di pubblicazione, e quando ho avuto l’urgenza comunicativa e la necessità di farlo non ho aspettato nessuno e l’ho fatto.
La tua carriera è lunga e vasta, hai spaziato nei vari generi musicali, qual è quello a cui sei più legato e perché?
In effetti faccio musica da 32 anni, a volte ti trovi a fare dei bilanci e ti rendi conto anche di aver fatto errori di valutazione, specialmente in passato, a volte ti capitano occasioni da prendere al volo e io spesso le ho mancate, diciamolo chiaramente anche per mancanza di coraggio, a volte e lo dico sinceramente e come se non ci avessi creduto fino in fondo, l’ansia diventava insopportabile, specialmente quando dovevi affrontare palchi importanti, premi importanti come mi è capitato di fare. Poi ho capito che dovevo prima di tutto lavorare su me stesso, di non perdere mai di vista l’aspetto ludico nell’approccio e di trasformare soprattutto le pressioni che inevitabilmente si creano in un fatto positivo. Il fatto poi di fare musica da tanti anni mi ha permesso di frequentare tanti artisti, alcuni di questi spesso si sono rivelati una delusione profonda, grandi artisti ma zero dal punto di vista delle relazioni umane; io li chiamo le api regine: sono circondati da uno stuolo di cortigiani “artisti” che sperano in chissà cosa, mi fanno veramente tanta tristezza.
Sono legato a tutti i generi musicali in cui mi sono cimentato, dall’hard rock degli esordi, fino alla canzone d’autore. Per me esistono solo canzoni belle o brutte, non ci sono barriere. Amo l’approccio rock che c’è nei miei brani, ho provato negli anni a sviluppare un mio stile cercando di essere essenziale, togliendo, sottraendo, anche nella scrittura dei testi. Ho scritto una sola volta in napoletano e non amo troppo farlo, anzi ti dirò di più sembra sia diventata quasi una moda scrivere testi in napoletano e a volte non riesco a distinguere un artista da un altro.
La band che ti accompagna è per te un punto di riferimento, chi sono e quant’è importante il rapporto che hai con loro?
Ormai sono anni che suono più o meno con la stessa band, loro sono un vero punto di riferimento, autori degli arrangiamenti e del suono: da oltre dodici anni alla chitarra c’è mio cugino Gianpiero Cunto alle chitarre, all’altra chitarra Dario Crocetta, bravissimo che è con me da 4 anni, alla batteria c’è Mimì Ciaramella che non ha bisogno di presentazioni visto che è il batterista degli Avion Travel; in questo progetto, Mimì ha portato un contributo fondamentale, anche nella sceneggiatura, nell’arrangiamento dei brani e non solo nella ritmica. Nel disco ha suonato il basso e il contrabbasso Roberto Caccavale, musicista bravissimo che suona in tantissimi progetti di grande valore artistico ed è stato con me per due anni, oggi però al basso e alla tromba c’è Almerigo Pota già con me fin dai tempi di VitroneMaltempo, altro ottimo musicista; il suo contributo nell’album è stato registrare “Oltre il buio” il prossimo singolo. Il rapporto che ho con loro è bellissimo, ci vogliamo bene e ci conosciamo da tempo, viviamo la musica con grande passione. Ed è bellissimo trascorrere le ore in macchina quando si raggiunge una località per suonare, ci si apre, si condivide tutto, si fanno confidenze, si sta bene insomma, e questo è fondamentale.
Giustina Clausino
foto di copertina Giuseppe Panza