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Ieri, una splendida e calda serata di agosto, uno scenario magico come il chiostro di San Domenico Maggiore, a Napoli, sono stati la giusta cornice alla piéce teatrale ‘Gemelli sì, fratelli no’ di Raffaele Speranza, per la regia di Ernesto Lama, anche interprete in scena con Antonio Speranza.
Il testo liberamente ispirato a ‘Il paradosso sull’attore’ di Denis Diderot e al ‘Don Giovanni’ di Molière, segue formule e regole diverse di comunicazione tra i due personaggi protagonisti, figli dello stesso padre e concepiti nello stesso giorno, ma da madri diverse.
Istrione sul palco, Ernesto Lama con la complicità di Antonio Speranza, dà vita a ad uno spettacolo nello spettacolo: due fratelli “a metà” nati dallo stesso padre ma non dalla stessa madre, unici in quanto concepiti nello stesso giorno, dunque “gemellastri”. Due fratelli uniti anche dalla stessa passione per la recitazione, sono due attori le cui dinamiche, tra vita reale e scenica, appaiono completamente diverse.
Una sfida nella messa in scena di questo testo che parte proprio dalla sintesi fatta dallo stesso Diderot sulla sostanza del suo testo. Il filosofo francese, in sintesi, dice che per poter essere degli attori sublimi, bisogna sia tutto studiato e calcolato nella massima precisione, lasciando così poco spazio all’interpretazione d’istinto, ma anche che più si è costruiti più si appare sublimi.
In realtà, gli attori sulla scena, rendono palese che il paradosso non è solo specifico nell’ambito teatrale, ma che, a ben vedere, si potrebbe trasportarlo anche alle problematiche che esistono nella rappresentazione della realtà.
E allora Ernesto Lama e Antonio Speranza vivono e regalano al pubblico il paradosso tra finzione e realtà, non impiegano molto tempo a farci capire quanto siano vicine le dinamiche che tutti gli uomini vivono nella loro realtà, che molto spesso è finzione. Con la differenza che seguendo le tesi di Diderot, sul palcoscenico, per l’attore, lo studio e la tecnica sono fondamentali e primari.
I due fratelli affrontano e si confrontano in scene di vita recitata e di vita reale, lo fanno in maniera spietata, assoluta, sono divertenti, si divertono, si emozionano e la loro complicità è tangibile.
Uno spettacolo che ci offre una riflessione sul mondo che viviamo. L’attore diventa, così, il pretesto per rappresentare una realtà apparente che poco ha a che fare con una realtà di sostanza e di sentimenti, così come affermava lo stesso Diderot circa trecento anni fa.
Giustina Clausino
Gemelli si, fratelli no
di Raffaele Speranza
liberamente tratto da Il Paradosso sull’attore di Diderot e Don Giovanni di Molière
con Ernesto Lama e Antonio Speranza
aiuto regia Mariano Di Palo
assistente alla regia Francesco Rivieccio
assistente organizzativo Diletta Acanfora
costumi Nunzia Russo
collaborazione musicale Salvatore Cardone
musiche Senza Neo
regia Ernesto Lama