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“Le buone notizie non fanno notizia”: quello che sarebbe uno dei must dell’informazione, remoto forse quanto lo sono i giornali, è, difatti, smentito dalla decima edizione del “Premio le buone notizie” celebrato sabato 20 gennaio alle 16,00, nella bella sala della Biblioteca del Seminario Vescovile, congiuntamente alla consegna dei premi.
Il Premio Civitas Casertana Le buone notizie inizia il suo cammino nel 2009, con i primi riconoscimenti dati al Sacerdote giornalista Rosario Giuè e a Giovanni Minoli. Nasce dalla volontà di premiare chi si occupa di quell’informazione che spesso non fa notizia, che non è succulenta come la cronaca e i suoi particolari torridi, per cui c’è un interessamento frequentemente morboso: la volontà di dare risalto alle buone notizie, superando le tendenze al disfattismo, e non per fare del buonismo spiccio, ma per raccontare che oltre i disastri, le tragedie e i problemi, ci sono esperienze positive e forze che costruiscono del buono, realtà che ogni giorno si muovono, oltre e nonostante i problemi. Il segretario generale del Premio, Luigi Ferraiuolo, spiega l’importanza di premiare chi fa buona informazione, cioè “non solo l’informazione corretta e completa, ma anche quella pronta a fare un passo in più raccontando la positiva normalità della società.”
Dal 2009 le edizioni si sono susseguite puntuali ma, quest’anno, la cerimonia ha avuto una sua rotondità, per la data scelta in coincidenza del Santo patrono dei Giornalisti, San Francesco di Sales, celebrato dalla Santa Messa officiata dal Vescovo Giovanni D’Alise nella Cappella dei Giornalisti.
Alle 16,00, il seminario Vescovile era gremito di personalità di spicco del giornalismo, oltre che di fotografi e cameramen. Il premio Le buone notizie 2018 va ad Elisabetta Soglio, ideatrice e direttore del “Corriere Buone Notizie” del Corriere della Sera, a Benedetta Rinaldi, conduttrice di “UnoMattina”, Flavia Taggiasco autore di “Matrix” su Canale 5 e corrispondente dall’Italia dell’americana Fbc e Carlo De Blasio, vicedirettore della Testata Informativa Regionale della Rai. In seduta presenti il presidente dell’Assostampa di Caserta, Michele De Simone, il Vescovo D’Alise e Luigi Ferraiuolo che modera il dibattito.
Superfluo sottolineare l’interesse del confronto scaturito da questi ospiti, spaziando da una visione generale sulla comunicazione al giornalismo, ovviamente passando per il web, i social, su come hanno cambiato la notizia, la sua diffusione ma anche la sua fruizione. Carlo De Blasio, che ha lavorato per diversi anni a Londra per la BBC, evidenzia il cambiamento di quella che era un tipo di informazione verticale divenuta ormai di tipo orizzontale, dove il privato si mischia col pubblico, dove tutti sono totalmente interconnessi alla comunicazione, aumenta lo spazio riservato alle notizie e così trovano spazio, assieme alla cronaca che un tempo era centrale e principale, anche le buone notizie. De Blasio racconta di come non riuscisse a rispondere ai ragazzi a cui teneva i corsi di giornalismo, quando gli chiedevano perché le buone notizie non facessero notizia, di come riflettendo sentisse che in fondo ci si piegava alla crudezza del mercato che si nutre dei particolari truculenti e morbosi della cronaca, e di come questa apertura nuova alla ricerca del buono sia un respiro di sollievo, un cambiamento di tendenza, un contraccolpo in tanto macabro. Chi fa informazione deve prendersi la responsabilità di influire sulla società in modo positivo e l’importanza di premiare chi fa buona informazione sta nell’incentivazione a chi si prende questa responsabilità.
Elisabetta Soglio racconta la nascita dell’inserto del Corriere della Sera “Buone Notizie – L’impresa del bene”, allegato gratuitamente al Corriere della Sera ogni martedì, delle circa 200 mail di segnalazioni che riceve settimanalmente, di persone che ai problemi hanno trovato soluzioni, che non si sono arrese; storie di associazionismo che vogliono raccontarsi, del buono che c’è nel nostro paese e di quanto sia importante raccontarlo per dare speranza.
Benedetta Rinaldi alla domanda di Michele De Simone, su come riesce ad arginare il pettegolezzo, il gossip che spesso si intrufola nelle trasmissioni televisive, su come fa a dare un buon giorno così positivo in UnoMattina, risponde ironizzando che ci sono altre trasmissioni che fanno questo lavoro sottolineando invece lo sforzo quotidiano di UnoMattina di raccontare le notizie con eleganza, di fare approfondimento tenendo fuori questo tipo di atteggiamento informativo, scegliendo l’informazione costruttiva, di non calcare la mano sui concetti negativi, di dare alternative alle emergenze, informazioni al cittadino per reagire alle negatività: come muoversi nelle difficoltà, ad esempio, anche burocratiche, spesso invitando rappresentanti delle istituzioni a prendere impegni sulle risoluzioni dei problemi segnalati. La Rinaldi dà risalto a tutto lo staff di UnoMattina asserendo che il premio va a tutta la produzione, ad un intero cast che promuove un programma davvero informativo, che sia seme per la speranza nonostante un decennio davvero duro che ha attraversato il nostro paese.
Flavia Taggiasco, italoamericana, con una formazione giornalistica di molti anni nel mondo anglosassone, fra America e Inghilterra, ricorda che anche nella cronaca anglosassone vige il detto “se sanguina, è la prima notizia.” Di Matrix dice che non si occupa di cronaca nera, ma di storie di successo, di dirigenti di aziende, di storie positive.
Il Vescovo porta il suo saluto dichiarandosi “stracontento”, perché sta prendendo piede una realtà che modifica anche le persone, ognuna portatrice di un suo valore, un suo bagaglio che vale ed è importante per innovare. Monsignor D’Alise marca l’importanza di dare valore alle persone che restano fuori dalla mandria, che possono fare la differenza utilizzando i propri saperi. È importante non omologarsi, afferma, scegliere anche di non seguire determinati programmi televisivi, ad esempio, fa la differenza.
Luigi Ferraiuolo comunica che da qualche anno si è scelto di premiare, oltre chi diffonde le buone notizie, anche la buona notizia dell’anno. Il premio “La Buona Notizia 2018” va al giornale “Il Bullone” di Milano: un periodico di un gruppo di ragazzi affetti da gravi patologie croniche che, insieme a tanti volontari, incontrano persone e personaggi autorevoli che possono essere testimoni significativi per i giovani e per un mondo migliore.” Due ragazze, Ada e Chiara, ritirano il premio raccontando della necessità di trovare forza e interessi in un progetto volto ad aiutare gli altri, alla coesione (appunto il bullone), ad uscire dalla centralità del concetto di malattia e dal pietismo ad esso legato; infine testimoniano la loro crescita nell’associazione B.LIVE (Essere, Credere, Vivere) un progetto sviluppato da Fondazione Near Onlus che dal 2012 che è un contenitore di attività e laboratori speciali.
Tante le forze che convergono intorno a questo premio, Michele De Simone illustra un anno 2018 prospero di tante attività in programma: da lezioni mensili sui media, società e tecnologia ad un concorso per le scuole che prevede la realizzazione di video giornalistici.
Premiano i colleghi vincitori diversi esponenti del giornalismo, fra i tanti presenti in sala citiamo Gian Giacomo Schiavi, Elena Biggioggero, Claudia Marchionni, Riccardo Scarpa, Ottavio Lucarelli ma anche il presidente di Confindustria Caserta, Luigi Traettino. Il premio è la scultura fusa in bronzo realizzata dall’artista Battista Marello e ispirata al disegno inciso sulla lapide del Vescovo Azzone della Cattedrale di Caserta Vecchia, la cui immagine primeggia nella locandina dell’evento. A testimonianza dell’antica tradizione delle seterie sanleuciane, le signore ricevono un omaggio in seta proveniente dai laboratori di San Leucio, il modo migliore per citare una delle nostre eccellenze che non ricevono spesso menzione fuori dal territorio casertano.
Lucia Dello Iacovo