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Octopus: un armonioso viaggio musicale tra jazz e radici mediterranee

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Recentemente è uscito “Octopus”, l’ultimo lavoro di Giancarlo Perna. Si tratta di un disco molto interessante, dal titolo originale e significativo. Gli otto “piedi”, ossia tentacoli del polpo, coincidono col numero dei brani originali contenuti nel disco, scritti e arrangiati dal chitarrista napoletano. La similitudine con i prolungamenti della creatura marina, con i suoi movimenti ci fa pensare ai diversi percorsi che si snodano partendo da un unico corpo vitale, quello della musica, e che incontrano una miscellanea di suoni immersi in mari come il Mediterraneo, con la loro ricca storia e cultura, per poi raggiungere nuovi lidi. Anche la copertina, molto bella, è significativa. Nel rappresentare, infatti, un’antica mappa nautica della costa partenopea, vuole anch’essa simboleggiare le radici musicali mediterranee. Tutto ciò ancor prima dell’ascolto ci fa immergere tra le “onde” di melodie che pur essendo di matrice jazzistica con modalità improvvisativa, si “contaminano” incontrando “correnti” diverse, ossia sonorità diverse che conferiscono a ciascun brano una sua particolarità. Il disco è, quindi, variegato, ma la tradizione napoletana fa sentire la sua voce e non a caso esso si apre e si chiude con brani che menzionano la città.

Assieme al chitarrista Giancarlo Perna, alla realizzazione del disco hanno partecipato la cantante Brunella Selo, i sassofonisti Daniele Sepe e Annibale Guarino, il fisarmonicista Sasà Pietrapalumbo, i pianisti Peppe Cozzolino e Antonio Perna al pianoforte, i bassisti Dario Franco ed Emiliano De luca, Ernesto Maiorano al clarinetto basso e Domenico De Marco alla batteria. Gli “amici” musicisti si avvicendano con i loro strumenti nei diversi brani.

Il primo brano dedicato alla via dell’arte presepiale, s’intitola San Gregorio Armeno. Ricco di immagini e brioso, sprigiona da una tavolozza colori caldi che dipingono il quadro della famosa strada con le sue voci vivaci che diventano fraseggi del sax, svisate e melodie della chitarra, accarezzate dal ventaglio di note diffuse dalla fisarmonica e dal pianoforte e contornati dalla bella voce che fluisce tra il ritmo incalzante. Nel brano che segue, La gabbia, il jazz s’impone con eleganza con belle e suggestive improvvisazioni che evidenziano il talento dei musicisti. 120/80 è il titolo singolare del brano fresco e scorrevole che crea atmosfere raffinate vagamente alla Pat Metheney. Ritmi dell’America latina rendono particolarmente brioso Ardosia Limpa, la canzone cantata splendidamente da Brunella Selo in portoghese e il ritmo scandito dal marimba avvolge ed è un invito alla danza. L’atmosfera cambia completamente con Mystic Bues, e si ritorna a raffinate atmosfere grazie alla chitarra che con suoi fraseggi scorrevoli interagisce con gli altri strumenti sfociando in un cocktail di bei suoni.

Gorz è il brano che segue. Dedicata al padre, presenta un bel tema, intenso e molto emozionante. È introdotta da un bell’ingresso della batteria su cui s’innesta subito la chitarra e ne delinea il tema da cui si allargano a raggiera improvvisazioni intense. Un bel ritmo preannuncia Intollerante. La chitarra, ben cadenzata, dà il via all’ingresso degli altri strumenti per poi proseguire in modo fluido sprigionando freschi colori che sembrano uscire da una variegata tavolozza. Stella d’o ciel chiude la bella sequenza di brani e anche il “cerchio”. Si ritorna infatti a Napoli con un brano intriso dei suoi profumi, sapori, passioni, colori, storie e la voce bella e grintosa di Brunella Selo ne tesse le melodie con la sua forte presenza.

Si tratta di un lavoro notevole frutto di esperienza, talento, fantasia, feeling e ispirazione. Regala emozioni a chi l’ascolta e induce al riascolto per poterlo riassaporare e scoprire nuovi particolari.

 

Daniela Vellani