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Napoli, al Teatrino di Corte del Palazzo Reale, Norma Winstone inaugura la stagione della Scarlatti

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Norma Winstone

Non c’era luogo più elegante, suggestivo ed accogliente del teatrino di Corte del Palazzo Reale di Napoli per inaugurare la stagione concertistica 2016/2017 dell’Associazione Alessandro Scarlatti. Straordinario ed eccezionale è stato l’evento del 5 ottobre, a cura della Scarlattilab/Jazz con la direzione artistica di Francesco D’Errico e Giulio Martino, che ha visto protagonista, la nota cantante Mrs Norma Winstone, pietra miliare della scena del jazz inglese ed europeo.  Lo spettacolo, dedicato a Kenny Wheeler e John Taylor, in collaborazione con il Conservatorio Giuseppe Martucci di Salerno, con il supporto, di Carlo Lomanto e di Massimiliano Pone, è stato articolato in due momenti distinti, entrambi interessanti e di alta qualità. Il primo è stato il frutto del prezioso laboratorio che ha previsto l’incontro non solo formativo, ma anche estetico ed artistico dell’artista inglese con giovani musicisti/studenti del conservatorio.  Il secondo momento, assai toccante e coinvolgente, è stato caratterizzato dall’esibizione della Winstone che, assieme ad un ensemble notevole, ha messo in luce le sue doti canore, virtuose e personali, catturando il pubblico in un attento ed estatico ascolto.

Dopo i ringraziamenti di rito, Il M° Francesco D’Errico ha presentato il programma della prima parte dello spettacolo che ha visto protagonisti le cantanti Chiara Della Monica, Cristina Cafiero, Fortunata Monzo, Francesca Murro e Francesca Simonis, i pianisti, che si sono alternati, Umberto Elia e Biagio Russo, il chitarrista Santino Desiderio, il bassista Giuseppe De Martino ed il batterista Marco Fazzari. Il primo brano, Heyoke di Wheeler ha messo in luce le doti canore di Francesca Murro. Nel secondo, Wind Fall di Taylor, hanno fatto lo loro apparizione le altre cantanti che all’unisono e con grande dolcezza hanno ricamato la canzone. Subito dopo, con Amblesaide, è entrato in scena Giulio Martino che ha fuso la voce del  sax  con quello delle voci delle cinque cantanti in un interagire raffinato e di classe. Non sono mancate improvvisazioni come quelle dal suono limpido della chitarra o del fluire del piano. Il tono si è fatto più soft col brano successivo strumentale, seguito da altre due canzoni Who are you e For Jan di Wheele, i cui testi sono stati composti  dalla Winstone che è anche una paroliera di talento. Sul palco è poi riapparso Giulio Martino al sax soprano assieme alla contrabbassista Ilaria Capalbo e a Francesco D’Errico al pianoforte che hanno chiuso la prima parte dello spettacolo col brano Every body’s song but my own di Wheeler durante il quale la voce “nera” e calda di Francesca Simonis ha donato emozioni.

Dopo una breve pausa, si è dato il via al secondo momento, quello più atteso perché ha visto protagonista la grande cantante inglese assieme allo straordinario ensemble composto da Francesco D’Errico al pianoforte, Giulio Martino ai sassofoni, Ilaria Capalbo al contrabbasso e Marco Fazzari alla batteria. Nel primo brano, Canter di Wheeler, il sax ha fatto il suo ingresso inserendosi con bei fraseggi tra i vocalizzi della cantante e creando subito un feeling che ha ulteriormente riscaldato la sala, mentre il piano incalzava incorniciando l’atmosfera sempre più suggestiva.  Proprio il piano nel brano successivo, Wintersweet, diventava il complice della cantante in una magica fusione di atmosfere morbide per poi ricevere vere e proprie carezze dal sax tenore.  Successivamente è stata la contrabbassista ad aprire la bella canzone Looking on di Taylor eseguita dalla cantante in modo particolarmente originale e coinvolgente e la cui voce in alcuni momenti sembrava trasformarsi in tintinnanti gocce di pioggia.

Subito dopo la brava cantante ha dimostrato di essere anche una simpatica intrattenitrice e così in inglese ha rivolto un saluto al pubblico e a tutto lo staff organizzativo per poi passare al brano successivo, Kind folk di Wheeler, dalle melodie dolci che gradualmente in un pacato crescendo si vivacizzavano in un classico jazz arricchite dal canto scat e da interessanti improvvisazioni.

L’ultimo brano, un fuori programma, è stato presentato da Francesco D’Errico, che ne ha raccontato la storia, facendo presente che fu creato dal  gruppo  Azimuth, di cui ha fatto parte l’artista, assieme ai due musicisti ispiratori, quasi per scherzo e sperimentalmente. L’esecuzione del brano “Azimuth” è stato arricchito da effetti elettronici particolari, che si fondevano con gli strumenti musicali o con la voce che a tratti si trasformava anch’essa in uno strumento musicale, in un gioco di echeggiamenti e rimbalzi, quasi a voler creare disegni musicali che tinteggiavano tutto e tutti di note e colori vivaci creando uno stato emotivo di bella tensione e attesa.

Con questa atmosfera piacevolmente esplosiva si è concluso un concerto straordinario che sicuramente ha lasciato tracce positive non solo nei musicisti che hanno avuto l’opportunità di vivere l’esperienza laboratoriale con la grandissima artista, ma anche in tutti i presenti che hanno vissuto momenti di musica straordinari e indimenticabili.

 

Daniela Vellani