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Mediterraneo Reading Festival, successo ed emozioni forti per lo spettacolo “Storiacce”

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foto Giuseppe Panza

Si conclude stasera, con il concerto di Jennà RomanoConCorde“, il “Mediterraneo Reading Festival”, un evento che si svolge presso il suggestivo chiostro del Centro Sociale di Via Lupoli, con il patrocinio del Comune di Frattamaggiore.

Il festival ideato da Jennà Romano, giunto alle settima edizione, si presenta come una manifestazione canora, teatrale e musicale che mira a unire musica e parole, creando un ponte tra diverse culture e continenti.

La serata di apertura, il 14 luglio, è stata introdotta da un breve concerto di Porfirio Rubirosa, cantautore veneziano, noto per la sua poetica dadaista e grottesca che regala al pubblico una visione distorta e illuminata della realtà, accompagnata da musiche al tempo stesso colte e popolari.

Di seguito, gli spettatori hanno assistito allo spettacolo di teatro e musica intitolato “Storiacce”, diretto dal regista napoletano Raffaele Di Florio. Lo spettacolo, interpretato da Cristina Donadio e Maurizio Capone, combina la drammaturgia con la musica, arricchendo le emozioni con contrappunti sonori al recitato, eseguiti da Capone con strumenti realizzati con materiali di riciclo. Le storiacce sono, purtroppo, quelle che nessuno vorrebbe vedere né ascoltare, storie vere di abusi subiti ai danni di vittime innocenti, bambini lasciati al loro destino, usati e violati nella mente e nel corpo. Cristina Donadio e Maurizio Capone, sul palco, non lasciano spazio a dubbi, il dolore è tanto, si vede e si sente, e se la prima sensazione è quella di voler scappare, di non voler essere messi davanti a questi fatti, poi prevale la volontà di testimoniare, di lasciare che questi bambini non vengano dimenticati, che il loro dolore sia reso partecipe e condiviso affinché nessun altro possa subire abusi.

Storiacce è uno spettacolo semplice nella forma, ma che nella sostanza è molto forte, le storie vere hanno sempre un impatto diverso, implicano un coinvolgimento emotivo per chi lo propone e chi lo riceve – dice Cristina Donadio.

L’empatia della Donadio e le note di Capone catturano il pubblico, anche se il disagio di sentirsi in quella parte che, a volte, non vuole vedere certe cose, non vuole sapere, è chiaro, si percepisce. Ci sentiamo tutti colpevoli, anche se addolorati e sconvolti, davanti a tanto orrore, perché, in fondo, sono I figli degli altri, così come dice il titolo del libro dal quale sono tratte le storie del progetto.

Giustina Clausino