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Successo al Teatro Sala Molière di Pozzuoli (Artgarage – Viale Bognar, 21), diretto da Nando Paone, per “Mamma, ma’!” lo spettacolo scritto da Massimo Andrei, regia di Gennaro Silvestro, che ha come unica protagonista, l’attrice Daniela Ioia, già conosciuta come interprete a teatro e per importanti ruoli che l’hanno vista emergere al cinema e nelle serie tv (tra cui Gomorra e I Bastardi di Pizzofalcone), non ultima la sua presenza in “Un posto al sole”.
Daniela Ioia è bravissima, perfetta padrona del palcoscenico, sin dai primi istanti del monologo. La scenografia è minimal: una sedia, una scrivania e un paravento dove va a cambiarsi d’abito. Ma tutto questo basta perché la Ioia riempie la scena con le sue perfomances, porta sul palco i personaggi e li rende visibili al pubblico anche se lì, in realtà non ci sono. Il monologo che Massimo Andrei ha scritto per lei racconta l’attesa di un test di gravidanza e quindi di maternità, e proietta la protagonista in tre ipotetiche esperienze materne.
Come ci si prepara a diventare mamma? Come si affronta la paura, il timore di non essere all’altezza e come può una madre, con le sue scelte, le sue decisioni e la sua vita influenzare quella dei propri figli?
Non sono domande semplici e tanto meno lo sono le risposte; Daniela Ioia con la sua bravura è capace di rendere tutto questo con una leggerezza unica. Con ironia e sagacia incarna tre madri diverse, tre donne che investono il loro essere sulle loro “creature”; l’insicurezza della prima che prega Santa Maria Francesca come tradizione popolare vuole e che racconta allo psicologo tutto l’iter “sacro e profano” per riuscire a ottenere il tanto desiderato figlio.
Un cambio di abito e sulla scena entra un’altra donna, già mamma, ma moglie insoddisfatta del marito e della propria vita e che cerca in tutti i modi di dare consigli alle figlie, a come affrontare gli uomini perché ‘a vit è sul dulor, sul dulor, sul dolor’ ripete come un mantra Enza d’Amato al suo psicologo, ma è più che altro liberatorio, un lasciar andar via le cose brutte e non mollare mai.
L’ultimo personaggio è la versione di Vincenza d’Amato ancora speranzosa e capace di trovare il bello della vita, una mamma single e tecnologica, come ama definirsi. Una mamma che nella sua ingenua vivacità e sensualità riesce ad ammaliare tutti, le sue movenze, le sue smorfie accattivanti sono plateali, una presenza scenica notevole, le basta uno sguardo, un sorriso e lì sul palco non c’è solo la protagonista, ma sono vividi tutti gli altri personaggi, il dottore, imbarazzato ma anche affascinato dalle sue innocenti avances, i suoi figli che lei cerca di coinvolgere nel suo mondo anche se forse loro non ne sono proprio convinti…ma cosa non si fa per la mamma?
Infine si ritorna alle ansie della risposta del test: una linea è negativo, due è positivo.
Cosa succederà a Enza d’Amato se il test è positivo?
Non resta che andare a vedere Mamma ma’ per scoprirlo in modo ironico, divertente e brillante!
Giustina Clausino