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Emozioni forti, bellezza, talento, melodia, coinvolgimento sinergico sono stati solo alcuni degli ingredienti che hanno caratterizzato la splendida serata musicale che si è svolta lunedì 4 febbraio ad Aversa presso l’Auditorium Bianca d’Aponte.
L’evento è stato organizzato dall’Associazione “Virginia Vita” a favore della Caritas diocesana aversana ed è stato presentato da Paolo Musto, padre di Virginia, la ragazza scomparsa prematuramente esattamente due anni fa.
Protagonista è stata la bravissima cantante italo- greca Marina Mulopulos assieme a Paolo Del Vecchio, chitarra e bouzouki, Luca Urciolo, pianoforte e fisarmonica, Ivan lacagnina, percussioni, e Sasà Pelosi, basso elettrico.
La Mulopulos ha proposto il suo primo lavoro discografico da solista Distichós che tradotto vuol dire “sfortunatamente”.
L’artista che, al suo attivo, ha svariate collaborazioni come Almamegretta, Acustilak, in questo lavoro ha espresso tutta la sua verve creativa carica di passione e slanci emotivi.
Proprio questo aspetto viscerale e passionale è stato trasmesso al numeroso pubblico accorso allo spettacolo.
L’impatto empatico è stato subitaneo. L’artista con padronanza scenica, con la sua voce dal timbro caldo e con evidenti ed eccellenti capacità espressive coinvolgenti, ha accompagnato tutti in un viaggio musicale che partendo dalla calda Grecia ha percorso mari e coste in una sorta di “globalizzazione mediterranea”.
Le canzoni presentate, prevalentemente in greco, hanno messo in luce le sconfinate risorse della sua voce. A seconda dei brani, ora soft e malinconici, ora vivaci e passionali, il canto attingeva dalla tavolozza di colori vocali varie tonalità: sussurrato, caldo, roco, graffiante, suadente, forte e deciso, vibrante, morbido e vellutato.
Per non parlare dei musicisti che hanno evidenziato la loro eccellente arte nelle variegate esecuzioni. Non sono mancate improvvisazioni e assoli con cui sono emerse le peculiarità di ciascuno ed hanno ricevuto consensi nel pieno svolgimento delle esecuzioni. Luca Urciolo ha ricamato il pianoforte con raffinatezza ed eleganza e ha reso particolarmente suggestive alcune canzoni con la fisarmonica. La chitarra e il bouzuki di Paolo Del Vecchio, con cui la cantante ha pensato e scritto il lavoro e che ne ha curato gli arrangiamenti, hanno creato atmosfere magiche. Per non parlare della sezione ritmica: preziosi gli accompagnamenti virtuosi di Sasà Pelosi al basso e di Ivan Lacagnina. Si è trattato, dunque, di un ensemble eccellente e dall’interplay sinergico e all’insegna della proficua complicità.
I brani si sono susseguiti ammaliando i presenti: Voithiséme, Charùmenos, Cheròs, Se Thélo, Demetra, Maghissa, Allaghì. Iatì è stato dedicato al Premio d’Aponte, mentre Elpìzo (Spero), canzone che ha creato subito un’atmosfera suggestiva e con effetti vibranti della sua voce assieme ad un crescendo di suoni e ritmi, ha voluto dedicarla a Virginia e a Bianca. Particolarmente emozionante e magicamente malinconica è stata l’esecuzione Distichós, il brano che dà il nome all’album e che ha dedicato all’amato padre. La musica è entrata in punta di piedi per poi aprire i suoi petali in melodie meravigliose e dolci. Bellissima l’interpretazione della celeberrima Girl dei Beatles e, con una voce roca, graffiante e viscerale, che in alcuni momenti ha ricordato la passionalità della Joplin, ha eseguito Paranoid Android degli Radiohead creando un momento rock. Cogli la mia rosa di Rino Gaetano è stata emozionante ed evocativa.
Allahì, dalle elleniche sonorità vivaci e invitanti alla danza ha chiuso la scaletta.
Ma non sono mancate le sorprese. Assieme alla cantante Barbara Buonaiuto, invitata sul palco, è stata eseguita meravigliosamente a due voci la villanella popolare, Li’ figliole.
Una vera e propria ovazione ha dimostrato il grande apprezzamento del pubblico. Presenti molti greci che la cantante ha salutato e ringraziato, così come diversi artisti tra cui Brunella Selo, anche lei salutata con affetto.
Daniela Vellani