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Domenica 9 ottobre si è tenuta, presso il prestigioso Circolo Nazionale di Caserta, fondato da Ferdinando II di Borbone, la presentazione del libro del giornalista Gigi di Fiore “Nazione Napoletana”, introdotto dal dott. Pompeo De Chiara.
La ricerca storica è una passione, quella sul risorgimento nasce per la volontà di fare chiarezza su una parte di storia di cui troppo è stato distorto o dimenticato, nella necessità di creare il mito dell’unificazione della nazione, di dare a questa una storia dal sapore epico, fino a dimenticare completamente la verità, quella a cui sempre la storia deve mirare, oltre i sentimentalismi e i patriottismi. Questa esigenza si moltiplica dopo il 150esimo anniversario dell’unità d’Italia, quando da qualche manciata di anni esistevano movimenti meridionalisti che rivendicano il riscatto, almeno della memoria, di un SUD calpestato e troppo spesso calunniato.
Questo viaggio di Gigi Di Fiore, non nasce da nostalgie asincrone o da un’ansia di separazione tra Nord e Sud, bensì dalla ricerca delle ragioni culturali e politiche che tengono insieme l’Italia in un’unica Nazione. Uno dei più importanti storici inglesi, Eric Hobsbawm, scomparso pochi anni fa, affermava che in realtà non vi fosse una nazione Italiana ma una serie di regioni culturalmente affini tenute assieme da un unico stato. Di Fiore afferma che gli Italiani si conoscono per stereotipi e pochi hanno una vera nozione della storia dell’unità d’Italia. L’autore asserisce che nelle presentazioni presso le università si è accorto che quasi la totalità degli studenti confonde il fenomeno del brigantaggio con la mafia. Lo storico spazia dalla prosperità dell’economia del Regno delle Due Sicilie agli episodi più cruenti dell’annessione del Sud, con gli eccidi di Pontelandolfo e Casalduni, fino ad arrivare alle enormi difficoltà del periodo immediatamente post-unitario, dimostrate dal fenomeno del Brigantaggio, che altro non è stato che una forma di ribellione al nuovo stato che evidentemente da molti non era percepito come portatore di benefici. Lo stesso Benedetto Croce afferma che l’unità d’Italia in realtà era nata senza grande coinvolgimento del popolo, ma studiata a tavolino da intellettuali, anche appoggiata dagli interessi di altri stati, come l’Inghilterra che finanziò la spedizione di Garibaldi. Il libro Nazione Napoletana è per l’autore il punto d’incontro del suo lavoro di ricerca, dove i tanti paradossi documentati e confrontati danno un’idea precisa e più veritiera delle condizioni del Regno delle Due Sicilie, delle motivazioni che portarono all’unità, dello svolgimento dei fatti durante il risorgimento.
Il pubblico presente numeroso in sala ha ascoltato con interesse la presentazione, con interventi pertinenti e altrettanto informati. A conclusione dell’incontro, organizzato dall’Associazione Culturale Borbonica Terra di Lavoro, c’è stato un breve ma intenso momento artistico, la dott.ssa Anna De Luca ha recitato un monologo scritto personalmente, che ha appassionato i presenti: “Aspettando l’alba…pensieri di Maria Sofia”. Parole dell’ultima regina del Regno delle Due Sicilie, la descrizione dei massacri, dei sentimenti di un sovrano che amava il suo regno e il suo popolo, Francischiello.
Consapevoli che bisogna vivere il presente e puntare lo sguardo al futuro, il riscatto di questo pezzo di storia è dovuto, per guardare avanti a testa alta, dopo secoli di lavoro incessante per l’azzeramento culturale del Sud, che non era così sporco e ignorante come descritto, o endemicamente violento come pseudo-scienziati del calibro di Lombroso volevano dimostrare, così come il fenomeno del brigantaggio va ridefinito come una vera e propria guerra civile, un modo per reagire all’occupazione sabauda. Una lettura illuminante che chiude il cerchio di un revisionismo storico che dovrebbe avere rispetto della nazione tutta.
L’Autore:
Storico, già redattore al “Giornale”, inviato al “Mattino” di Napoli (Premio Saint-Vincent per il giornalismo nel 2001; Premio Pedio per la ricerca storica; Premio Guido Dorso per gli studi sul Mezzogiorno) Gigi Di Fiore ha pubblicato diversi volumi riguardanti il fenomeno sociale di diffusione dell’illegalità e del reato e anche sul periodo della storia d’Italia compreso tra gli inizi del sec. XIX ed il 1870 con riferimento alla questione del Meridione d’Italia. Tra i suoi scritti meritano una particolare menzione: 1861 Pontelandolfo e Casalduni: un massacro dimenticato (1998), La camorra e le sue storie. La criminalità organizzata a Napoli dalle origini alle ultime “guerre (2005), I vinti del Risorgimento. Storia e storie di chi combatté per i Borbone di Napoli (2005, 2014), L’impero. Traffici, storie e segreti dell’occulta e potente mafia dei Casalesi (2008), Gli ultimi giorni di Gaeta. L’assedio che condannò l’Italia all’unità (2010), Controstoria dell’unità d’Italia. Fatti e misfatti del Risorgimento (2010) e Controstoria della Liberazione. Le stragi e i crimini dimenticati degli Alleati nell’Italia del Sud (2012).
Lucia Dello Iacovo