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Venerdì sera, il Teatro Augusteo di Napoli ha inaugurato la Stagione teatrale 2012/22 con la prima di “Non c’è niente da ridere”, uno spettacolo con la regia di Lamberto Lambertini e del grande Peppe Barra, che sarà in scena con la mitica Lalla Esposito, fino al 12 dicembre.
Un’ora e trenta di coinvolgimento puro, uno spettacolo molto intenso grazie anche all’apporto musicale curato da Giorgio Mellone ed eseguito da Giuseppe Di Colandrea, Agostino Oliviero e Antonio Ottaviano, rispettivamente clarinetto, violino e mandolino, e pianoforte. La presenza scenica dei due mattatori sul palco, ha fatto il resto: Peppe Barra e Lalla Esposito sono due grandi artisti, insieme fanno scintille, travolgono, emozionano e commuovono.
Il titolo della pièce è all’origine di tutto – Non c’è niente da ridere- che potremmo definire una tragicommedia, perché si presuppone che l’intento dell’opera sia quello di una rappresentazione seria, ma che in realtà viene ribaltata dalla vena comica che “salta fuori” in modo prorompente: i personaggi hanno la meglio sugli attori.
I cambi di scena di Carlo de Marino danno un dinamismo che serve a rappresentare le varie sfumature della cultura napoletana. Non c’è niente da ridere è sicuramente un omaggio alla tradizione del teatro napoletano del novecento, ma anche alle altre forme di espressione come la macchietta, il cafè chantant, tutto ciò che rende il palco teatralità vera, quella che avvicina il pubblico al palco, che quasi lo porta in scena.
Peppe Barra e Lalla Esposito, due grandi maestri in scena, e con loro il teatro è sovrano, le loro voci riecheggiano fino in fondo alla sala, il pubblico può godere di una sana ironia, che non trascende, che regala emozioni forti.
Molto belli anche i costumi di Annalisa Giacci che accompagnano le esecuzioni dei classici della tradizione, come “Preferisco il novecento” e “Lo penso ma non lo fo”, così i due protagonisti coinvolgono tutti in una meravigliosa magia spettacolare.
L’attenta regia di Lamberto Lambertini, come la storia infinita, conduce lo spettatore nel passato per farlo evadere da un presente che non ama, e che lo porta a riconoscere che Non c’è niente da ridere perché le difficoltà e la tragicità delle vicende accadute sono le cose serie che l’artista vuole trasmettere.
Surreale la coppia senza tempo messa in scena con ironia ma con una costante serietà di fondo, si annoda fino alla risoluzione di un gran finale con Pulcinella e Colombina (chiaro omaggio al duo Beppe e Concetta Barra, tra i loro cavalli di battaglia). Un degno finale di una celebrazione che è senza dubbio ben riuscita.
Roberta Fusco