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Ieri sera, al Teatro Izzo di Caserta, un insolito androne ha accolto gli spettatori al botteghino: fogli di carta bianchi, dattiloscritti, stampati, arrotolati, strappati ricoprono tutto il pavimento, bisogna camminarci sopra per entrare…
Questo calpestìo è la prima sensazione della serata, il benvenuto, potremmo dire l’autografo, del Teatro Civico14 che porta in sala l’idea di Paky Di Maio e Luigi Iacono, INSIDE the project, un appuntamento arrivato ormai alla sua sesta edizione. Diversi gli artisti coinvolti, per genere e indirizzo, non solo musicisti ma pittori, attori, ballerini, fotografi danno vita ad una performance dalle tante sfumature che, con diversi stili e linguaggi, ma la medesima voglia di rivelarsi, ruotano intorno all’unico asse che dà vita alla serata, a cui è dedicato il tributo. Dopo i The Cure, i Doors, i Queen, David Bowie e l’edizione dedicata ai Nirvana, INSIDE 2017 è intitolata a Pino Daniele.
Se l’idea centrale, dichiarata da Paky e Luigi, è di dare un tributo dissacrante a questi miti, in cui l’unica regola della serata è che ogni artista rispetti il proprio stile e faccia propria la musica dell’autore originale, il loro intento è stato pienamente accolto dai perfomers che si sono esibiti. Creatività è la parola chiave, dove l’arte si esprime liberamente e viene accolta in Teatro da un pubblico ricettivo, appositamente intervenuto per godersi lo spettacolo. Stavolta la sfida, forse anche più ardua, porta gli artisti intervenuti a doversi confrontare non con i pezzi di una gloria del passato rock, come nelle scorse edizioni, ma con quelli di un autore molto vicino, tra l’altro appena scomparso, le cui sonorità mescolate alla tradizione napoletana lo rendevano già un mito vivente nel nostro panorama musicale.
Ha aperto la serata Quanno Chiove cantata da Elizabeth O’Key, bella l’interpretazione seguita di Je so Pazz ma anche di Chill è nu buon guaglion di Acustica Caustica, per poi passare alle reinterpretazioni Folk dei Passpartout. Su un lato del palcoscenico nasce un dipinto raffigurante Pino Daniele sullo sfondo dei vicoli di Napoli, che NAF-NK restituisce durante la serata, colore dopo colore, mentre le performance musicali sono intervallate da interpretazioni teatrali delle canzoni, parole e dichiarazioni di Pino Daniele, naturalmente curate dal Teatro Civico14. Tutte le esibizioni accrescono l’emozione di aver avuto, a raccontare la nostra Napoli, un così grande artista, nessuna però banale o retorica “celebrazione”, tutte a loro modo originali. Le ginnaste di Euritmia hanno volteggiato sui pezzi Terra mia e Quando Quando mentre Lucia Cinquegrana ha offerto una deliziosa esibizione di danza sulle note di Cammina Cammina. Si è poi spaziato dall’eleganza della chitarra classica di Gianluca Vanità al rock alternativo dei 7 Parsec. Bella ‘Mbriana, Mo Basta, A me me piac ‘o blues, in chiave elettronica, sono i brani eseguiti dagli IKAP. A chiudere sapientemente, ma nella maniera più inaspettata, un programma così underground, ha suonato il gruppo Antico Presente riportando il pubblico in sala in terra brigante, con le loro rivisitazioni in chiave popolare di Saglie Saglie, Furtunat e Donna Cuncetta.
Semplici, allegri e informali anche i saluti finali, lontano dai soliti cliché che chiudono solitamente queste serate, con ingessati commiati, hanno visto tutti gli artisti sul palco. Al volo, senza un’apparente scaletta, prende la parola la voce di Acustica Caustica, Cecilia Scatola racconta brevemente l’emozione provata quando la scelta dell’artista dell’INSIDE è caduta su Pino Daniele, ringrazia con un unico riferimento accorato tutti gli addetti ai lavori. Sorrisi, applausi e ci si rivede il prossimo anno.
Una serata di musica, di arte indipendente, in cui talenti nostrani hanno avuto uno spazio solitamente negato dalle canoniche leggi del mercato, che seguono gusti stereotipati e massificati. Una serata di amore per la vera Arte che può crescere, con fatica, solo in terreni al di fuori di qualsiasi schema imposto.
Lucia Dello Iacovo