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Il manifesto di Salerno letteratura festival giganteggia alla fine di Corso Vittorio Emanuele, in piazza Sedile di Portanova, da sabato 16 giugno, data di avvio della rassegna. Numerosi sono i ragazzi che indossano la maglia arancione dello staff che si incontrano in città, gli ulteriori riferimenti in tutti i luoghi del centro storico interessati alla kermesse, segnalati dal logo dell’occhio di pesce, simbolo del forte legame tra Salerno e il mare; da Palazzo Fruscione, sede principale della segreteria, all’atrio del magnifico Duomo, ai luoghi più nascosti, da scoprire, come largo Barbuti, l’Arco Catalano, la Chiesa di Santa Sofia, fino al Tempio di Pomona e la popolarissima Villa Comunale. Osservando la brochure, gli appuntamenti serrati, dal 16 al 24 giugno, e le forze organizzative messe in campo, ci si trova piacevolmente meravigliati d’essere alla sola sesta edizione del festival: sfogliamo un programma ben congegnato, dal gala del Premio Strega al Premio Salerno Libro d’Europa, con un percorso dedicato per la prima volta ad una regione vicina, la Basilicata, in onore alla vicinanza storica di questa regione con Salerno, nonché della prossima investitura di Matera del 2019 a capitale europea della cultura.
Attratti dal prestigioso incontro con i cinque finalisti del Premio Strega, tenutosi sabato nell’atrio del Duomo, si scopre un programma di notevole interesse: nove giorni di incontri, spettacoli, letture e presentazioni strutturate con la formula del racconto, con cui si cerca una soluzione narrativa che superi la presentazione tradizionale. Nel pomeriggio di sabato una visita guidata con partenza da S. Pietro a Corte a cura dell’associazione Arcan-Salerno Cantieri&Architettura, ha dato l’opportunità di conoscere tutti i luoghi del festival, la loro storia, le origini longobarde. Un percorso che, prima degli eventi, si rivela estremamente utile, oltre che affascinante, con la visita della bella chiesa Palatina, il tesoro archeologico sottoposto e di tutti gli altri preziosi monumenti sedi degli incontri.
La serata sotto le stelle nell’atrio del Duomo di Salerno, nonostante le previsioni, è stata particolarmente dolce, dopo il doveroso intervento del sindaco Vincenzo Napoli, ovviamente fiero di questa sesta edizione in cui sono presenti più di quindici nazionalità e che porta il prestigio di Salerno in Europa.
La prima uscita pubblica nazionale dei cinque finalisti al Premio Strega per il terzo anno si tiene a Salerno ed è presentata da Stefano Petrocchi. Introduce la serata ricordando che chi vince il Premio Strega “deve convincere 660 votanti” e annuncia in ordine alfabetico i nomi dei cinque autori: Marco Balzano con Resto qui, Einaudi; Carlo D’Amicis con Il gioco, Mondadori; Helena Janeczek con La ragazza con la Leica, Guanda; Lia Levi, Questa sera è già domani, Edizioni e/o; Sandra Petrignani, La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg, Neri Pozza.
Tre dei cinque finalisti sono donne e in ciascuno di questi libri è presente un personaggio femminile molto forte, da qui parte la presentazione dei cinque romanzi: dalla madre dal pessimo carattere narrata da Lia Levi, alla resistente contro il sistema e le avversità di Marco Balzano, all’affascinante donna di cultura di Sandra Pertignani, passando per la biografia della prima fotoreporter di guerra di Helena Janeczek e il controverso personaggio femminile di Carlo D’Amicis.
La particolarità degli autori in questa serata è che spesso si rimandano in riferimenti l’uno con l’altro, evidentemente durante il percorso comune del Premio Strega hanno imparato a conoscersi; con fair play nessuno, durante il dibattito, prevarica o protende eccessivamente verso il proprio lavoro. Si parla del romanzo, della fine del suo tempo che fu perfetto nell’800, con un interessante digressione sul suo cambiamento, sul suo valore. Tipica la difficoltà con cui ognuno di loro cerca di bypassare la difficile domanda di Stefano Petrocchi: “perché leggere il tuo romanzo?”
Dei cinque abbiamo già avuto il piacere di leggere La ragazza con la Leica della Janeczek e ci è sembrata un’opera notevole, di cui certamente consigliamo la lettura, augurando la vittoria, alla finale del cinque luglio, al migliore.
In tanta voglia di prevaricare, emblematica dei nostri tempi, osservando le conseguenti espressioni socio-politiche, non possiamo che avvalorare iniziative di questo tipo, affermare con forza il merito salvifico della cultura, indispensabile per la crescita di una società che sia davvero “civile.”
Lucia Dello Iacovo
Per il programma www.salernoletteratura.com/it/axEdition.php?editionId=10&lng=I