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A distanza di 22 anni, il Premio Oscar Gabriele Salvatores torna a Giffoni: venerdì 21 lugliosarà ospite della 47esima edizione del Giffoni Film Festival (14-22 luglio 2017) per ritirare il Premio Truffaut 2017, confrontarsi con giurati e giffoners e riservare un incontro speciale ai ragazzi della Masterclass.
Un ritorno graditissimo di uno dei più apprezzati ed importanti registi che, dopo la sua prima visita al Festival nel 1995, non ha mai smesso di seguire e incoraggiare il Giffoni ad andare avanti nel suo progetto culturale e a puntare sempre di più sulle nuove generazioni di spettatori e sugli autori di storie pensate per il pubblico giovanile. Un monito in linea con la straordinaria personalità artistica di Salvatores che, dal suo incontro con il cinema, non ha interrotto il suo percorso di sperimentazione, continuando a mettersi alla prova in generi e produzioni sempre diverse.
Sin dall’esordio in teatro, nel 1972, quando – insieme a un gruppo di giovani attori – fonda il Teatro dell’Elfo e vi dirige numerose commedie definite d’avanguardia fino al 1989, poi con il debutto alla regia cinematografica nel 1983 con “Sogno di una notte d’estate”, Gabriele Salvatores mostra subito il piglio della sperimentazione di generi, dell’attenzione ai particolari d’ambientazione e, soprattutto, all’introspezione psicologica dei personaggi che orchestra.
Sono gli elementi distintivi dei suoi primi film di successo, come “Marrakech Express” (1989),“Tumè” (1990) e “Mediterraneo” (1991) che lo consacra all’attenzione della critica internazionale valendogli l’Oscar per Miglior Film Straniero, tre David di Donatello (Miglior Film, Miglior Montaggio, Miglior Suono) e un Nastro D’Argento per la regia.
Il suo cinema è una continua ricerca, tra generi, mezzi e traiettorie narrative: da “Io non ho paura”(2003) – premiato con un Golden Globe come Miglior Regista e un David di Donatello (Giovani) –a “Come Dio comanda” (2008), passando per “Educazione siberiana” (2013); in “Nirvana” (1997) ha addirittura teorizzato sulla tecnologia, unendo fantascienza e commedia all’italiana, mentre con“Italy in a Day” (2014) firma il suo primo documentario, un esperimento di cinema collettivo per raccontare un giorno nella vita degli italiani secondo gli italiani. Ispirandosi a un’idea realizzata da Ridley Scott, seleziona, tra 44.197 video, una serie di filmati “home made” arrivati da tutta la Penisola, li monta in un’unica pellicola, presentata fuori concorso alla 71esima Mostra del Cinema di Venezia.
Toccati i 35 anni di filmografia, Salvatores affronta i temi che l’hanno accompagnato per decenni in modo nuovo: il disagio giovanile, l’amicizia virile segnata da fragilità, il rifiuto del mondo e della società come l’abbiamo trovati, il bisogno d’evasione, l’aspirazione all’avventura e alla bellezza danno vita a “Il ragazzo invisibile” (2014), il cui sequel è in lavorazione. La trama incrocia diversi elementi presi dalle “mitologie” dei fumetti, ci sono suggestioni da Superman agli X-Men, fino all’Uomo Ragno e Batman. L’opera gli vale una nomination ai David di Donatello (2015 – David Giovani), vince un European Film Awards (2015 – Young Audience Award) e un Golden Ciak Awards (2015). Nel secondo capitolo de il ragazzo invisibile ritroveremo al centro dell’azione ilprotagonista Michele (Ludovico Girardello) ormai cresciuto, mentre al suo fianco compare la sorella gemella: la misteriosa Natasha.
Una carriera piena di stimoli e spunti di riflessione che arricchirà l’esperienza di pubblico e giurati del 47° GFF, pronti ad ascoltare il percorso di crescita di un uomo che non ha mai smesso di mettersi alla prova.