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Fin dove può arrivare la crudeltà? Fin dove si spinge un uomo per assecondare i suoi istinti primordiali? Definirsi ‘brave persone’ basta a renderci tali? E, soprattutto, ci crediamo davvero?
Queste, alcune delle domande da porsi per lo spettacolo in scena dal 2 al 14 maggio, al Teatro Bellini, “L’uomo più crudele del mondo“, testo e regia di Davide Sacco, con Lino Guanciale e Francesco Montanari.
Un incontro inconsueto, due uomini che non si conoscono, stanno per condividere una notte insieme, un giornalista di un piccolo giornale di provincia, e un imprenditore, un fabbricante d’armi, il più potente d’Europa, il più crudele del mondo. Apparentemente non hanno nulla in comune, se non un senso estremo di solitudine e di dannazione. Ma la lunga notte li metterà a confronto, li sottoporrà a scontri estremi, duri e crudi. Pugni nello stomaco, difficili da elaborare, parole dure che rimarcano l’innegabile indole crudele di ogni essere umano, se sottoposto a dure prove o a inquietanti e indescrivibili scelte che inevitabilmente, poi, ne compromettono l’animo.
“Lei crede che questa vita domani mattina sarà la stessa che viveva prima?” – chiede Veres al giornalista. Ci sono scelte e fatti che cambiano non solo la nostra vita, ma anche e soprattutto noi stessi: una volta superata la soglia, non si è più gli stessi. Inesorabilmente, ciò che ci accade, che facciamo accadere, ci cambia.
Uno spietato duello di parole, di provocazioni, di confessioni esplicite e implicite, di ricatto morale e materiale, i due protagonisti, magistralmente interpretati da Lino Guanciale e Francesco Montanari, tengono il pubblico col fiato sospeso fino all’epilogo. Una spettacolare performance che si svolge in una stanza spoglia e fredda, il mondo fuori, il silenzio gelido dentro, focus vivido sui due protagonisti che dibattono senza tregua, con colpi e contraccolpi…per un finale inaspettato e sconvolgente.
Giustina Clausino