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“Paolo Conte. Via con me”: un puro e assoluto omaggio di Giorgio Verdelli a Paolo Conte

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Presentato in anteprima nella sezione Fuori Concorso della 77° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia da ieri, e per soli tre giorni, è nelle sale italiane il film documentario diretto da Giorgio Verdelli “Paolo Conte. Via con me” prodotto da Sudovest Produzioni, Indigo Film in collaborazione con Rai Cinema.

Giorgio Verdelli cerca di ripercorrere la storia, non solo musicale, del grande artista Paolo Conte, oltre cinquant’anni da raccontare non sono facili da inserire in un documentario, soprattutto se il protagonista è Paolo Conte, straordinario artista del nostro tempo. Il regista lo fa attraverso interviste inedite al cantautore, immagini private dell’archivio personale che si alternano a concerti degli anni passati fino all’ultima tournée del 2019.

È un itinerario ideale – come scrive la casa di distribuzione Nexo digital – con la voce narrante di Luca Zingaretti per raccontare un personaggio eclettico, affascinante e, per certi versi, misterioso.

Sullo schermo si alternano gli interventi di Roberto Benigni, Vinicio Capossela, Caterina Caselli, Francesco De Gregori, Stefano Bollani, Giorgio Conte, Pupi Avati, Luisa Ranieri, Luca Zingaretti, Renzo Arbore, Paolo Jannacci, Vincenzo Mollica, Isabella Rossellini, Guido Harari, Cristiano Godano, Giovanni Veronesi, Lorenzo Jovanotti, Jane Birkin, Patrice Leconte, Peppe Servillo, come un unico grande omaggio allo straordinario talento di Paolo Conte.

L’attenzione è sicuramente sulle sue canzoni, che vengono analizzate, sviscerate, invidiate… ma anche al suo carattere ironico e sagace, al suo fascino che ha ammaliato i francesi, alla sua raffinata intelligenza e cultura, alla sua riservatezza e compostezza.

Quello di Verdelli è un puro e assoluto omaggio all’artista Conte, ma anche una sincera attestazione di stima verso l’uomo Paolo, ci fa tenerezza quando parla di sua moglie, delle sue amicizie, ci fa sorridere quando, sornione, svela scene delle sue esperienze, delle sue debolezze, una tra tante: la sigaretta tra le dita…

Un documentario piacevole e doveroso, a tratti nostalgico per un fermento musicale di qualità, di quegli anni che adesso sembra quasi un miraggio paragonato a quel Club Tenco memorabile, come memorabile fu l’esibizione di Sudamerica di Paolo con Ivano Fossati, Roberto Benigni e Francesco De Gregori.

Chiede di essere ricordato, un domani, non solo per la musica, ma anche per i suoi testi, ma a noi, oggi,  piace immaginarlo mentre avanza sotto la pioggia con il suo impermeabile (…ma come piove bene sugl’impermeabili e non sull’anima….) suonando il suo kazoo…

 

Paola Improda