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Venerdì, 9 giugno, Piazza Del Gesù, nel centro storico di Napoli, si è trasformata in un bagno di folla, grazie all’imperdibile concerto di Goran Bregović assieme alla Wedding and Funeral Band. L’evento è stato organizzato per festeggiare i 793 anni della fondazione dell’università partenopea Federico II. Il rettore dello storico ateneo, Gaetano Manfredi, ha aperto il concerto ricordando “il compleanno” e presentando il grande musicista balcanico con il suo straordinario ensemble.
Sotto una suggestiva luna piena e un passaggio di aerei che sembravano salutare musicisti e pubblico, ha avuto luogo, così, una kermesse coinvolgente e di altissima qualità. L’intera piazza era gremita di persone di ogni età e la sicurezza è stata garantita da cordoni di forze dell’ordine in ogni suo angolo e dalla presenza della Protezione Civile pronta ad intervenire in caso di pericolo.
L’atmosfera si è subito riscaldata e, in un sinergico clima gioioso e di festa, l’esplosione di note della banda ha abbracciato tutti con le sue melodie cariche di forza vitale, di sentimenti contrastanti, di nostalgia, di allegria, di storia recente e lontana, anche dolorosa.
Il repertorio ricco e variegato, ha previsto l’esecuzione di brani sia nuovi che di vecchia data che fanno parte ormai della colonna sonora di più di una generazione. Le loro melodie, nella loro miscellanea di stili mediterranei, hanno unito popoli appartenenti ad etnie, lingue, religioni diverse e la musica è diventata un messaggio di pace e di scambio culturale in un mondo sempre più globalizzato.
Il ritmo vorticoso ed incalzante, era travolgente, viscerale. Entrava in ciascuno con vibrazioni che erano un vero e proprio invito a danze sciolte. A tratti, però, diventava soft e piacevolmente malinconico, toccando le corde emotive dei presenti.
L’eclettico artista, con la comunicativa che lo contraddistingue, ha instaurato subito un rapporto empatico col pubblico, raccontando aneddoti e dimostrando grande amore per la città di Napoli dove ha vissuto per un periodo. Non sono mancati i momenti in cui ha diretto tutti nel canto in modo simpatico e confidenziale. Per non parlare dei componenti della banda, talentuosi e virtuosi che, con i loro strumenti a fiato, le percussioni e le voci, hanno eseguito i brani con collaudato affiatamento e piena sintonia, evidenziando l’originalità dell’autore nelle melodie e nelle particolari sonorità.
La parte finale del concerto è stata una vera e propria apoteosi. Una splendida interpretazione di Bella Ciao ha ulteriormente sollevato gli animi dei presenti e il canto è diventato corale. L’immancabile e trascinante Kalasnjikov ha chiuso il concerto tra gli applausi degli oltre 5000 presenti che hanno dimostrato civiltà e rispetto delle norme di sicurezza durante l’intera performance offrendo un’immagine della città esemplare e aperta.
Daniela Vellani