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Ieri Roma, in occasione della festa del Lavoro, come ogni anno, ha ospitato il concertone, in piazza San Giovanni, la lunga kermesse canora che, come consuetudine, ha inizio nel primo pomeriggio e si protrae fino a tarda notte. Questo evento, ormai, è diventato un appuntamento atteso dai “giovani di tutte le età” che, in questa data, si riuniscono per ascoltare musica e, in qualche modo, fare il resoconto di cosa è accaduto ai lavoratori, al lavoro nel nostro Paese, nell’anno in corso o in quelli più recenti. L’evento, organizzato dai sindacati CGL, CISL e UIL, è una festa colorata ma anche un fatto sociale: durante la serata si toccano i temi più spinosi del lavoro; la musica non è solo musica, spesso è denuncia e, soventemente il cielo si tinge di bandiere rosse con immagini di Che Guevara.
Quest’anno, i componenti del gruppo musicale Stato Sociale si sono vestiti da invisibili, come segno di protesta, verso molte realtà che toccano, oggi, diversi giovani lavoratori. Un instancabile Goran Bregovic ha infiammato la piazza con la versione rivista di “Bella Ciao”.
Commovente l’omaggio a Pino Daniele con una grande esibizione di James Senese e i Napoli Centrale; si sono esibiti poi,Teresa De Sio, gli Almamegretta, Nesli, Tricarico. In serata, dopo l’arrivo della tanto attesa Noemi, sono seguiti Emis Killa, Enrico Ruggeri e la storica PFM (Premiata Forneria Marconi). Il concerto del Primo maggio ha visto sul palco un totale di 35 artisti.
Quello di ieri è stato un concerto particolare perché ricorreva un anniversario importante di questa festa in piazza, il venticinquesimo e, per l’occasione, si sono dati il cambio sul palco i numerosi presentatori che in questi anni si sono susseguiti. Camila Raznovich, che presentava la kermesse, ha dato spazio agli ospiti, da Vincenzo Mollica, il primo presentatore, al più recente Paolo Rossi, ricordando con immagini che scorrevano dietro il palco, passate edizioni e pezzi di storia di quegli anni.
Il tema di ieri è stata la solidarietà, in appoggio agli ultimi episodi che hanno visto drammaticamente protagonisti le immigrazioni. È stata espressa solidarietà per le vittime del terremoto in Nepal, per cui si è osservato un minuto di silenzio, ma anche solidarietà intesa in senso lato, come valore intrinseco fra lavoratori, valore che spesso, nei vorticosi cambiamenti dei tempi moderni, è andato perduto. Alla fine la piazza appariva come un indistinto mare di persone, un milione eravamo a cantare a San Giovanni provando ad esorcizzare questo grande vuoto lasciato dal valore che un tempo aveva il lavoro nel nostro paese, ad esorcizzare la mancanza di certezze, a cercare di riuscire a sognare ancora un futuro migliore.
Lucia Dello Iacovo