Views: 38
La stagione 2022/2023 del Piccolo Bellini si apre con tre produzioni, Ardore – Il matrimonio tra il teatro e la vita, Opera Viva e La cosa più rara, nate nell’ambito della Bellini Teatro Factory, la scuola triennale di formazione per attori, drammaturghi e registi che accompagna da più di trent’anni la storia del Teatro Bellini di Napoli, prima in forma di Accademia per volontà di Tato Russo e ora con il nome di Factory, da un’idea di Gabriele Russo per un rinnovamento e arricchimento pedagogico.
Questi tre spettacoli segnano diversi passaggi importanti:
– la conferma del profondo legame tra pedagogia e produzione artistica che caratterizza la Factory e che, come in passato per Francesco Saponaro, vede anche quest’anno una dei docenti di regia e recitazione, Annalisa D’Amato, firmare la regia di ARDORE Il matrimonio tra il Teatro e la Vita, spettacolo di apertura del Piccolo Bellini, e condividerne la drammaturgia con le tre drammaturghe della scuola;
La chiusura del triennio 2019/2022, che vede in scena, nel ruolo di registi, attori e drammaturghi , sedici giovani tra i venti e i trent’anni, che smettono di essere allievi ed entrano ufficialmente da professionisti nel mondo dello spettacolo dal vivo, a contatto con il pubblico della stagione (gli spettacoli OPERA VIVA e LA COSA PIÙ RARA sono scritti rispettivamente dalle drammaturghe Elvira Buonocore e Marta Polidoro, diretti entrambi dalla regista Maria Chiara Montella, tutti interpretati dagli attori della scuola);
– il passaggio di testimone al nuovo ciclo, 2022/2025, che sarà diretto da Mimmo Borrelli, seguendo la sua visione artistica e pedagogica del teatro come ‘gran patto collettivo’.
C’è in realtà un altro aspetto, che necessita di una attenzione particolare.
I tre spettacoli sono scritti e diretti da donne, registe e drammaturghe.
Un presenza femminile, in controtendenza rispetto a dinamiche consolidate nel mondo del teatro e più in generale della società italiana contemporanea, che la direzione della scuola e del teatro hanno intelligentemente riconosciuto e assecondato, convinti della forza e della complessità che questa componente può donare ai tre lavori.
Tre drammaturgie originali, altro elemento di fondamentale importanza: ovvero lo spazio dato AL TEATRO di esprimersi sul presente, utilizzando i suoi strumenti oggettivi, le sue forme, senza derogare verso le tantissime forme di scrittura che oggi, dal cinema al podcast, dalla docufiction alla narrativa tradizionale, caratterizzano il nostro rapporto con la realtà e con la finzione.
Annalisa D’Amato, regista e drammaturga, opera tra Napoli e Parigi. A 19 anni, viene scelta dalla Fondazione Pontedera Teatro per il Triennio di Formazione per Professionisti dello Spettacolo; in questo contesto, ha l’opportunità di formarsi con alcuni tra i più grandi maestri del teatro contemporaneo (Thierry Salmon, Jerzy Grotowski, Eric La Cascade, Jurij Altshitz) e sviluppa così una tecnica di regia unica che riunisce molti di questi insegnamenti. Le sue creazioni hanno la costante di fondere il canto, la danza, la musica dal vivo, il testo e le azioni con i principi di ritmo, impulso, armonia e vitalità del gruppo e un lavoro di alta qualità sull’arte dell’attore. Per anni, La Fondazione Pontedera Teatro ha sostenuto la sua ricerca e prodotto le sue regie, tra cui: Pellegrino, Il matrimonio tra il Cielo e l’Inferno, Critica Lirica – 21 giornate di lavoro su teatro e felicità, Agnus Dei – memorie dei tempi dell’immaturità, Io sono il passante, Io non sono. Nel 2000 riceve il premio Lo Straniero per la regia teatrale al Festival di Santarcangelo. Nel 2009 crea la Compagnie D’Amato Stahly a Parigi, con Antonin Stahly, attore e musicista di numerose opere di Peter Brook.
Del 2017, sono i due lavori Casting per un film dal Woyzeck e La Caccia allo Snark di Lewis Carroll, in collaborazione con lo scrittore e sceneggiatore Maurizio Braucci. Insegna presso diverse realtà quali la Bellini Teatro Factory a Napoli, La Scuola Elementare del Teatro di Davide Iodice e The European Graduate School a Malta e in Svizzera. È attualmente impegnata in coproduzioni italo-francesi, orientate verso la scrittura originale e la drammaturgia contemporanea.
BELLINI TEATRO FACTORY
Direzione artistica triennio 2019/22 Gabriele Russo
Direzione didattica Costanza Boccardi
Segreteria generale Marina Dammacco
DAL 13 AL 16 OTTOBRE E 5 NOVEMBRE 2022
ARDORE
Il matrimonio tra il Teatro e la Vita
da un’idea di Annalisa D’Amato
drammaturgia Annalisa D’Amato, Elvira Buonocore, Maria Chiara Montella, Marta Polidoro
Scene Lucia Imperato
Costumi Giuseppe Avallone
Disegno Luci Cesare Accetta
con Mario Ascione, Elvira Buonocore, Francesco Cafiero, Alessandra Cocorullo, Carlo Di Maro, Maria Fiore, Francesco Gentile, Rita Lamberti, Maria Chiara Montella, Raffaele Piscitelli, Marta Polidoro, Riccardo Radice, Stefania Remino, Giuseppe Romano, Alessia Santalucia, Gianluca Vesce
regia Annalisa D’Amato
Sound Designer Alessio Foglia Datore luci Maurizio Di Maio/ Assistente ai costumi Mariacarmen Falanga Assistente scenografo Fabio Cosimo/ Foto di scena Flavia Tartaglia Ufficio Produzione Noemi Ranaulo, Giuseppe Maisto Distribuzione Patrizia Natale Organizzazione generale Roberta Russo
produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini
con il sostegno di puntozerovaleriaapicella
Il rito antico delle nozze. La liturgia che tradizionalmente legittima le unioni e lega gli amori a un vincolo simbolico, si rivela una straordinaria metafora scenica. Un rituale che, sapientemente scardinato, è capace di rappresentare il rapporto profondo, disordinato e vitale che ci lega al teatro. Ai suoi meccanismi, alle sue architetture. Ai suoi infiniti mondi possibili.
Uno spettacolo che attinge al linguaggio cerimoniale e eccessivo dell’amore, al vero artificio del teatro. Che allora si rompano le barriere della logica, del criterio e della razionalità. Chissà che queste due parti non si lascino attraversare, infine, l’una dall’altra: Vita e Teatro.
“Bisogna che lo spettatore abbia la sensazione che davanti a lui si rappresenta una scena della sua stessa esistenza, una scena veramente capitale. Chiediamo insomma al nostro pubblico un’adesione intima e profonda. La discrezione non fa per noi.” Antonin Artaud.