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“Il Premio è nato in modo spontaneo, era l’unico modo per dare voce a Bianca, tenerla sempre con noi. È una presenza discreta, Bianca si mescola con tutti i protagonisti e le protagoniste della serata, certo, ha bisogno della loro voce, ma è il suo modo per stare insieme a noi. Bianca c’è, senza essere invadente” dice, emozionatissimo, ai nostri microfoni, Gaetano d’Aponte, papà di Bianca.
Le serate del Premio d’Aponte, che si sono svolte, il 25 e il 26 ottobre 2024, ancora avvolte in un caldo vento autunnale, nello storico Teatro Cimarosa, hanno, come sempre, lasciato bellissime sensazioni ed emozioni sia in chi ha partecipato attivamente come le finaliste, sia per il pubblico. L’atmosfera che viene descritta, anche se potrebbe sembrare banale e retorica, non lo è, perché è davvero una grande famiglia, dove ci si ritrova ogni anno anche tra sconosciuti. È questo il lascito più importante di Bianca: ovunque ci si riunisce nel suo nome, si è in famiglia. Una grande famiglia, grazie a Gaetano, a mamma Giovanna Vitagliano e all’instancabile Gennaro Gatto.
Quest’anno, come ci ricorda Gaetano, è stata la ventesima edizione, sono vent’anni che Bianca accompagna e ci accompagna in un viaggio musicale senza tempo né spazio. Una giovanissima e bravissima autrice che ha lasciato un patrimonio musicale sempre attuale e cosa ancor più pregevole ha lasciato una sorta di testamento morale, le sue canzoni e la sua musica vanno oltre il tempo e oltre le barriere. Ogni volta che le si ascolta si trova un momento, un passaggio che ti permette di pensare e riflettere su tutto ciò che abbraccia la vita. La sua e la nostra.
Ne è la dimostrazione il fatto che tutte le madrine che hanno partecipato al Premio, una volta che hanno ascoltato e scelto una delle canzoni di Bianca, le hanno poi inserite nei loro repertori o nei loro spettacoli. Una bellissima occasione per portare Bianca sempre con loro, perché una volta entrati nel mondo del d’Aponte, è impossibile uscirne, in un modo o nell’altro si resta a farne parte.
Anche le finaliste restano felicemente sorprese da tutta la magia che pervade i tre giorni del Premio d’Aponte, sia nei momenti degli appuntamenti collaterali come le master class con gli addetti ai lavori, sia le serate al Cimarosa: la prima in cui le cantautrici si esibiscono con una canzone a scelta del loro repertorio e nella seconda con la canzone scelta per partecipare al Premio. Le serate sono poi rese ancor più speciali dalla partecipazione di ospiti e delle madrine che, quando possono, ritornano a trovare Bianca e a cantare con lei e per lei.
Quest’anno la madrina del Premio è stata Margherita Vicario che ha scelto, tra le canzoni di Bianca, “Un chicco di caffè”.
Si sono poi esibite, tra le madrine degli anni passati, Ginevra di Marco con Francesco Magnelli, Cristina Donà con Saverio Lanza e Simona Molinari (ma in giuria c’erano anche Rossana Casale, Grazia Di Michele, Elena Ledda).
Viene consegnato, nella seconda serata, il Premio alla carriera Città di Aversa a Teresa De Sio che, regala alcune bellissime canzoni come “Stelle”, “Passione”, e poi invita il pubblico a cantare con lei “Voglia ’e turna’”, uno dei suoi primi grandi successi.
A salire sul palco anche Maria Pia de Vito, Gnut, i Malvax, Renzo Rubino, un gruppo di alunni del Liceo classico e musicale Domenico Cirillo di Aversa (che hanno proposto una canzone di Bianca d’Aponte) e la vincitrice del Premio Bianca d’Aponte International, la catalana Sandra Bautista, che si è affermata alla recente edizione del Premio Andrea Parodi di Cagliari, gemellato con il d’Aponte.
Ad aprire entrambe le serate è stata Chiarè (al secolo Chiara Ianniciello), vincitrice della scorsa edizione del d’Aponte.
A condurre splendidamente le due serate sono stati Carlotta Scarlatto e Ottavio Nieddu.
Giusy Clausino
I PREMI:
Valentina Lupi, da Velletri, vince il Premio Bianca d’Aponte per cantautrici, che ha toccato il traguardo della 20a edizione. A lei, a pari merito con la livornese Irene Di Brino, anche il Premio della Critica “Fausto Mesolella” (storico direttore artistico del d’Aponte).
Alla vincitrice assoluta va il Premio Bianca d’Aponte, con borsa di studio di 1.000 euro, la partecipazione come ospite alla prossima edizione del Premio e all’edizione del 2025 di Music for Change, realizzata da Musica contro le mafie. Valentina Lupi si aggiudica anche il premio dell’etichetta femminile “Maieutica Dischi” di Veronica Marchi (vincitrice della prima edizione del Premio) per la produzione e pubblicazione di un brano.
Inoltre per la vincitrice o, se non disponibile, a una delle finaliste c’è la proposta di un anno di consulenza manageriale e ufficio stampa da parte di Freecom.
Per il Premio della Critica “Fausto Mesolella” è prevista invece una borsa di studio complessiva di 800 euro e la possibilità di esibirsi al Premio Nilla Pizzi.
La targa al miglior testo (dedicata a Oscar Avogadro) è andata a Magma (da Caltanissetta), con anche una proposta di assistenza legale e manageriale per un anno da parte di Siedas.
Giulia Leone (da Cagliari) si è aggiudicata la targa alla migliore composizione e un premio di Soundinside Basement Records consistente nella partecipazione al festival “Femminile plurale”.
La targa per la migliore interpretazione ha visto invece prevalere Torraco (da Matera), a cui va anche una possibile collaborazione artistica con l’etichetta Suoni dall’Italia di Mariella Nava.
Infine, Anna Sara (dalla provincia Massa Carrara) si aggiudica il “Premio ’Na stella” (titolo di una canzone di Mesolella) del Virus Studio, con l’incisione di un brano con la produzione artistica di Ferruccio Spinetti e Alessandro Guasconi.
A confrontarsi nel contest di quest’anno c’erano anche Beo (da Roma), Fremir (da Napoli), Gama (da Matera), Kalika (da Napoli).
Ampio e di alto livello il parterre degli ospiti che si sono esibiti, grazie alla direzione artistica di Ferruccio Spinetti.
GIURIE
A decidere le vincitrici è stata una ampia e prestigiosa giuria, formata da artisti e addetti ai lavori. Una seconda giuria, composta da giornalisti e radiofonici, ha assegnato il premio della critica “Fausto Mesolella”.
Hanno composto la prima giuria: Giuseppe Anastasi, Giuseppe Barbera, Rossana Casale, Mimì Ciaramella, Gianni Cicchi, Sergio Delle Cese, Teresa De Sio, Maria Pia De Vito, Ginevra Di Marco, Grazia Di Michele, Cristina Donà, Massimo Germini, Kaballà, Saverio Lanza, Elena Ledda, Francesco Magnelli, Simona Molinari, Ivan Rufo, Andrea Satta, Dino Stewart, Roberto Trinci, Angelo Valori, Margherita Vicario.
Per il Premio della Critica “Fausto Mesolella” c’erano: Enrico de Angelis (presidente), Roberta Balzotti, Salvo Battaglia, Giovanni Chianelli, Angiola Codacci Pisanelli, Giorgiana Cristalli, Mauro De Cillis, Max De Tomassi, Alessandro Di Liegro, Elisabetta Malantrucco, Cinzia Marongiu, Michele Monina, Francesco Paracchini, Leonardo Pascucci, Duccio Pasqua, Fausto Pellegrini, Timisoara Pinto, Alessia Pistolini, Marcella Sullo, Paolo Talanca, Ines Uva, John Vignola.
ORGANIZZATORI E PARTNER
Il Premio Bianca d’Aponte è organizzato dall’Associazione Bianca d’Aponte, con la collaborazione di ReteDoc, ed è sostenuto da SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori e NuovoImaie.
Partner: Emergency, M.A.U., SIAE – Società Italiana degli Autori ed Editori, NuovoImaie, ReteDoc, Premio Andrea Parodi, Suoni dall’Italia, “Pem! Festival – Parole e musica in Monferrato”, Istituto italiano di cultura di Madrid, Officina delle Arti Pasolini, Music for Change, Maieutica Dischi, Siedas, Virus Studio, Soundinside, Premio Nilla Pizzi, Associazione Virginia Vita.
Partner privilegiato: Città di Aversa.