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L’entroterra degli occhi
Pensa che si muore
e che prima di morire tutti hanno diritto
a un attimo di bene.
Ascolta con clemenza.
Guarda con ammirazione le volpi,
le poiane, il vento, il grano.
Impara a chinarti su un mendicante,
coltiva il tuo rigore e lotta
fino a rimanere senza fiato.
Non limitarti a galleggiare,
scendi verso il fondo
anche a rischio di annegare.
Sorridi di questa umanità
che si aggroviglia su se stessa.
Cedi la strada agli alberi.
(Franco Arminio)
Potrebbe bastare una delle sue poesie per presentare Franco Arminio, poeta e paesologo, un uomo che da anni ha fatto di una missione impossibile una realtà che, di anno in anno, accoglie sempre più appassionati e convinti sostenitori.
Un poeta che con forza, tenacia e passione ha promosso eventi culturali dediti al riavvicinamento e al riappropriarsi dei veri valori della vita, come la terra, le tradizioni, la poesia. Un ritorno alle origini che, sicuramente, non significa rinchiudersi e lasciare “il mondo fuori”, ma un donarsi agli altri, scambiando esperienze, cultura e pensieri in una sorta di “comunità provvisoria”.
Come realizzare tutto questo?
Franco Armino, già ideatore e fondatore del Festival “La luna e i calanchi” ad Aliano, quest’anno, ha ideato e proposto il Festival musicale “Altura”, a Bisaccia (suo paese natale) in provincia di Avellino.
La prima edizione di Altura si svolge in questi giorni (dal 26 al 29 luglio), un festival itinerante nel tempo e nello spazio, iniziando da Piazza Duomo (la piazza in centro del paese antico) e continuando per le strade del paese si assiste ad una piccola magia: un corteo di persone provenienti da varie città della Campania e d’Italia, finanche da Francoforte, tutti insieme, in un clima gioioso, ascoltano i musicisti e i cantori che con le loro musiche e i loro canti allietano le vie e gli animi delle persone. Si ascolta incantati, fermi, assorti in tanti pensieri che ti riportano all’infanzia, ai luoghi e ai tempi perduti…
Non è il solito festival, non c’è un palco dove i musicisti si esibiscono da un lato e il pubblico ascolta dall’altro. All’Altura Festival, i musicisti che si esibiscono fanno parte del gruppo, sono con la gente e tra la gente. Così come Franco Arminio, che legge le sue poesie, poi gioca e scherza con i partecipanti; si diventa, davvero, una comunità, i presenti lì, si sentono accomunati, pur non conoscendosi, dallo stesso sentimento: così basta uno sguardo, un sorriso e ci si è intesi. Non è escluso che ci sieda al bar e si inizi chiacchierare come vecchi amici.
Un festival che accoglie, invita e suggerisce di riconquistare la voglia e la gioia di leggere una poesia, di ascoltare la musica e di rivivere momenti di empatia con l’altro. E così come dice Arminio: c’è bisogno di letizia per riuscire a produrre un antidoto all’autismo corale in corso e agli scoraggiatori militanti. Per fare ciò dovremmo riscoprire il valore rivoluzionario della gioia.
Giustina Clausino
per altre info
https://www.facebook.com/alturafestival/