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Alice, (nome d’arte di Carla Bissi), ieri sera si è esibita sul palco del Carditello Festival, allestito davanti alla Reggia, con il concerto Alice canta Battiato, che la cantautrice sta portando in tour anche questa estate.
Difficile raccontare con semplici parole l’atmosfera che si è creata fin da subito, sobrietà ed eleganza il comune denominatore di tutta la serata, Alice è sul palco accompagnata dal Maestro Carlo Guaitoli, eccellente pianista, da tanti anni collaboratore di Franco Battiato e direttore d’orchestra.
Entrambi molto emozionati, lasciano che la stima e il rispetto che hanno per Franco Battiato siano percepiti in ogni momento, in ogni suono, in ogni parola.
Sarebbe retorico dire che Franco Battiato, ieri sera, era presente sul palco, di certo lo erano i suoi pensieri, la sua musica, la sua filosofia di vita. Alice è l’interprete ideale delle opere artistiche del cantautore siciliano, d’altronde si sono incontrati e subito ritrovati, il loro sodalizio è stato duraturo e prolifico.
Le loro affinità musicali e non solo, hanno fatto sì che la serata fosse davvero speciale, la voce di Alice, sempre chiara, bella, a tratti dirompente, nel silenzio del pubblico, rende vive le parole dei testi, con alcuni dei quali, poi, ti vedi costretto a fare i conti, non sono facili da “digerire”. Battiato propone testi in cui ci spinge a mettersi in discussione, partendo da un piano intimo e personale fino ad arrivare a quello cosmico.
Notevoli e, da sottolineare, i bellissimi arrangiamenti e le rielaborazioni per pianoforte del pianista Maestro Carlo Guaitoli.
“Questo programma, come saprete, è interamente dedicato a Battiato”, annuncia Alice subito dopo essere salita sul palco.
Luna indiana, Eri con me, Lode all’inviolato, Veleni, Un’altra vita, Gli uccelli, Io chi sono?, Il vento caldo dell’estate, Povera Patria, Messaggio, La stagione dell’amore, I treni di Tozeur, E ti vengo a cercare, Summer on a solitary beach, Chanson egocentrique, L’animale, La cura, Per Elisa, Prospettiva Nevsky, L’era del cinghiale bianco, con questo repertorio ed altri brani ancora, la cantautrice musa di Battiato, fa da tramite con il pubblico, trasmette, con eleganza, delicatezza e stima, il messaggio dell’autore, i cui testi sono molto importanti, e il senso mistico del concerto, forse, è proprio questo: in quel preciso momento si crea una sorta di spazio temporale nel quale i presenti si sentono rapiti dal suono del pianoforte, dalla voce di Alice ed entrano in contatto con la musica e le parole di Franco Battiato. Un’esperienza che, sicuramente, ha bisogno di precisi stati mentali per essere percepita, ma che indubbiamente lascia il pubblico con la sensazione che “Battiato ci ha lasciato molto di più di semplici canzoni: una parte della propria esperienza. Quasi per prenderci per mano e accompagnarci verso la luce”.
Giustina Clausino