Views: 299
Giovedì 28 marzo, alle ore 17,00, si è tenuta al MANN l’inaugurazione al pubblico della mostra “Canova e l’Antico”. La mostra, articolata su due piani, si potrà visitare dal 29 marzo al 30 giugno 2019.
Prima di aprire ufficialmente le porte della sala, il direttore del museo, Paolo Giulierini ha voluto condividere con i presenti alcune parole sull’artista e sulla mostra: “ Canova è stato un grande artista del suo tempo ed una figura molto importante, in quanto fu uno dei massimi interpreti del Neoclassicismo. Questa corrente si sviluppò nel periodo in cui furono scoperte Pompei ed Ercolano, creando una simbiosi tra le opere che sarebbero state create in questo periodo e queste due città perdute. Canova, oltre a creare splendide opere sulla linea della cultura classica che ha plasmato l’idea di Europa, durante i suoi numerosi viaggi, riportò molti oggetti italiani da Parigi, qui in Italia.”
Una volta conclusa questa breve presentazione, è stata anche preannunciata, per il 18 aprile, l’apertura della prima mostra su Pompei ed Ercolano al Museo Hermitage di San Pietroburgo. È proprio il direttore che accompagna il pubblico al Salone Meridiana e dare il via ufficiale alla mostra. Tatnissime persone aspettavano di poter ammirare oltre 120 opere di Canova, tra marmi, gessi e modelli in terracotta, disegni e dipinti. Nella sala principale ritroviamo, tra le varie opere, alcune delle più importanti: “Le Tre Grazie”, “Ebe”, “Apollo che si incorona”, l’“Amorino alato”, “Venere e Adone”, “Amore e Psiche stanti”, “Perseo trionfante”, la testa del “Genio funebre”. In ogni opera è possibile vedere gli stilemi classici e ammirarne la perfezione e, in alcune, vediamo come queste regole vengono abbandonate per un attimo e ci riportano su un piano di umanità e caducità, come nelle varie urne cinerarie e nella “Maddalena Penitente”, che affiancava “Paolina Borghese come Venere Vincintrice”.
Mentre il direttore camminava tra le varie opere, ammirandole assieme alle persone presenti, siamo riusciti a fermarlo per scambiare due parole con lui.
È tanto tempo che parla di voler fare la mostra di Canova e finalmente ci siamo arrivati. Cosa può dirci al riguardo?
È il coronamento di un sogno, quattro anni di lavoro, esporre qui Canova ha una grandissima importanza, solo qui possiamo ricucire il confronto tra l’antico che ispira Canova e Canova stesso. Da altre parti, questo non sarebbe stato possibile.
Tutte le opere vengono da tante parti del mondo, quanto è stato difficile realizzare ciò?
È stato complesso, abbiamo iniziato un importante protocollo d’intesa con l’Hermitage di San Pietroburgo che ha prestato il nucleo più importante delle opere: “Le Tre Grazie”, “Ebe” e “La danzatrice con le mani sui fianchi”. Poi abbiamo fatto una serie di convenzioni con Bassano del Grappa e con Bossagno, grazie ai nostri rapporti con il Getty di Los Angeles, che derivano dal fatto che noi siamo il più grande prestatore italiano, siamo riusciti a mettere insieme un patrimonio di opere che oggi ci consentono di respirare completamente la bellezza.
Dopo Canova, altro artista che lei sogna?
Sicuramente avremo in questo quadro di riflessione sull’antico Thorvaldsen e naturalmente continueremo con le mostre dedicate alla Campania post-antica, una mostra sui bizantini e un’altra sui normanni e una grande mostra su Alessandro Magno.
Maria Anna Mazzei