Bacoli, successo per “Cunto”, in scena per la rassegna TeatroallaDeriva

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foto Angeloantonio Pezone

A Bacoli, alle Terme Stufe di Nerone, nella serata dell’8 luglio, la suggestiva location accoglie “Cunto”, di e con Rosario Sparno e Alessandra Romano. La pièce fa parte della rassegna teatrale TeatroallaDeriva di Giovanni Meola, arrivata quest’anno alla sua VII edizione.

Cunto è, appunto, un racconto, che narrano un fratello e una sorella scultori di opere in ferro. Ognuno seduto sulla sua sedia, con dei vestiti d’altri tempi e una lingua lontana da quella di Bacoli: il siciliano. Già dalle prime battute, la melodia linguistica conferisce alla recitazione una musica incantevole. In uno svincolarsi continuo di personaggi, si narra di un mito lontano che approda le sue origini fin da Omero. Rosario Sparno, il quale conosce bene il mito, ricama una storia animata che non stanca mai lo spettatore e lo trasporta velocemente fino alla fine. Non solo però la bravura degli attori nell’immedesimazione teatrale, ma vi è anche una storia magica e lontana, la quale narra di amore e sirene.

 La magia della pièce è accentuata anche dalla location del TeatroallaDeriva, dove semplicemente una zattera è il palcoscenico degli attori. All’inizio dello spettacolo, all’accensione delle luci, tutti i pesci del lago hanno regalato una scenografia inaspettata con una “danza alle luci”, entusiasmando tutti i presenti, attori compresi, facendola sembrare un effetto speciale voluto.

 Si può dire senza ombra di dubbio che Cunto è stata una vera e propria scommessa ben fatta: non è stato facile per due attori napoletani immedesimarsi in un opera completamente in dialetto siciliano. Non è stato neanche facile alternarsi tra tanti personaggi diversi, in maniera veloce, senza far sentire alcun distacco allo spettatore. Nonostante ciò, vi è un fil rouge, che per la donna è una femminilità perduta e la seduzione che soltanto un mondo sottomarino potrebbe esprimere; per l’uomo, invece, è l’amore per una donna capace di cantare soavemente al cuore di ogni marinaio e non.

Quella di Cunto è una semplicità unica nel suo genere: una zattera, due attori, l’acqua che li circonda…ecco fatto il teatro!

Roberta Fusco

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