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Sembra incredibile ma “FireArt”, il tradizionale evento che si tiene a Marcianise, presso il civico 65 di via Giulio Foglia, sede dello Spazio Corrosivo, ieri ha raggiunto l’XI edizione.
Fra i tradizionali pianti delle donne si è celebrata la Morte di Carnevale, come il folclore vuole, nel giorno di martedì grasso, nei più sfrenati riti pagani, che da sempre accompagnano quelli religiosi, dove la tradizione contadina più antica emerge con il fascino dei suoi canti, balli e piatti dalla memoria antica.
Per l’occasione l’enorme corte è stata trasformata: sul portale d’ingresso si ergeva un’argentea maschera a becco d’uccello, quella nota da medico della peste, per addentrarsi, poi, in un mondo trasognante, un carnevale antico che si proietta verso il futuro, tinto del rosso dei fari, delle luci tremule delle candele, dei grossi fuochi accessi che riscaldano e accendono la serata.
E tra le fiamme, il fumo, la musica perfettamente inserita, i Bottari di Macerata Campania accolgono i primi avventori con il Canto dei Sanfedisti. Mentre il vino scorre, non manca la possibilità di scegliere una buona birra, tra cui anche una sette luppoli. Nelle stanze che affacciano sul cortile, imperdibili i piatti di pettole e fagioli o pasta e patate, immancabili i dolci tipici del carnevale: migliaccio, chiacchiere, frittelle.
Una festa che non ha lo scintillio o il caos solito del carnevale; sapientemente congegnata, tutto è fluido, come una cerimonia in casa propria, la tradizione che si fa arte, il vortice che appare come parte di una rappresentazione teatrale: i pianti delle donne e gli avventori che scherniscono Carnevale, in una camera ardente con tutti i connotati, dove non manca l’arrivo del Vescovo che dà via al Rosario, quello de “La gatta Cenerentola” di De Simone, che tutti ovviamente conoscono e “saggiamente ” ripetono. Dal cortile Luca Rossi con le sue Tammorre, le castagnette, i canti, le urla anima la scena. Poche e sobrie le maschere, niente sfarzo nei costumi, non c’entrano nulla qui, e così diventa una serata da Briganti intorno al fuoco, quando gli Antico Presente intonano “Brigante se more.”
Ancora il fuoco fa da protagonista, con lo spettacolo degli artisti di strada, i mangiafuoco, che incantano adulti e bambini con la loro arte e perizia.
Le associazioni culturali di Marcianise, da anni, stanno recuperando la voglia e l’orgoglio delle tradizioni, riuscendo egregiamente in diverse manifestazioni che, ben curate, crescono di anno in anno, divengono punto di riferimento e degne di citazioni anche a livello regionale. Ricordiamo L’estate di San Martino che si tiene a novembre, arrivata con successo alla sua XV edizione e la Sagra della Rana, altrettanto longeva, sarà alla sua XVI quest’estate.
Un rito che ci appare apotropaico porta, fra urla, risa e tamburi, Carnevale appeso, fra i forconi, verso il rogo. Vediamo ardere, fra quelle fiamme, gli affanni quotidiani e le angustie sfogarsi tra le risa.
Lucia Dello Iacovo