“Quando Napoli andava a vela – Racconti di mare e di un tempo che fu” di Carlo Franco con Paolo Rastrelli

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“Eppure a quei tempi i circoli nautici sono stati davvero la vetrina di una città bella, elegante addirittura sfarzosa, quando le circostanze lo richiedevano” Ebbene sì, Napoli negli anni d’oro della vela era così. Insieme a Genova e a Trieste, infatti, era una delle capitali della vela agonistica italiana. Della sua storia, con i suoi circoli, con i suoi protagonisti, i suoi momenti di gloria o delle immancabili delusioni ed altro si parla nel recente libro di Carlo Franco con Paolo RastrelliQuando Napoli andava a vela – Racconti di mare e di un tempo che fu” (Tullio Pironti Editore 200 pagine, 15 euro).

Si tratta di un saggio che sia gli appassionati del settore sia i semplici lettori leggono di un fiato, perché i contenuti destano interesse e sono intrisi di profumo del bel mare azzurro del golfo di Napoli.

L’autore ha svolto un lavoro certosino di ricerca, documentazione, raccolta di testimonianze su più di un secolo di storia della vela partenopea. Il saggio è arricchito da moltissime fotografie che ritraggono momenti importanti della storia della vela: dalle svariate imbarcazioni agonistiche ai protagonisti famosi, dai luoghi ai personaggi illustri del jet set internazionale.

Preceduto da un’interessante premessa dell’autore, il libro si suddivide in sette grandi capitoli. I primi due, la storia e i circoli, sono un excursus storico sui momenti salienti della “vela” che diventa “La metafora di Napoli, perennemente in bilico tra il bene ed il male, eppure sempre capace di sorprendere per la sua forza creativa”. Così fin dai primordi in questi due capitoli l’autore, con dovizia e in un fluido “navigare” di una bella scrittura, attraversa il “mare partenopeo” approdando allo “Stadio del vento”, alla nascita della società delle Regate nel 1873, alla fondazione dei Circoli, fin dai primi anni dell’800 e alla loro storia ed i loro protocolli (Royal Yacht Squadron di Cowes, Reale Yacht Club, Canottieri Italia, Canottieri Napoli e Lega Navale, sezione partenopea del Regio Rowing Club Italiano, Circolo del Remo e della Vela Italiana, Circolo Nautico Posillipo), ma anche ai grandi protagonisti, al susseguirsi di successi (coppe, olimpiadi, premi), ai ricordi di eventi memorabili, ai nomi pittoreschi dei marinai, ai cambiamenti e alle problematiche di oggi legate alla dura battaglia di sopravvivenza dei circoli.

L’attenzione viene focalizzata sul mito del leggendario Tino Straulino, da Lussinpiccolo, ma, divenuto a pieno titolo cittadino di Napoli e definito “‘O Masto… anche il capo della paranza”.  Interessanti, curiosi e divertenti sono gli aneddoti legati al Molosiglio, al Borgo Marinari, al quartiere di Santa Lucia, luoghi suggestivi e punti di riferimento della Vela partenopea. Interessanti anche i cenni letterari su “Il Ventre di Napoli” di Matilde Serao e al Mal di Napoli di Ghoete.

Nel terzo capitolo, “Una meravigliosa cavalcata lunga 150 anni”, scritto da Paolo Rastrelli, c’è una dettagliata descrizione delle imbarcazioni della cospicua flotta e della loro storia, alla partecipazione e vittorie alle olimpiadi e coppe nazionali e internazionali.  Si descrivono, così, i monotipi e le derive, si menzionano imbarcazioni famose e si presentano timonieri che sono passati alla storia della vela agonistica come Carlo Rolandi, Nino Cosentino e altri. Non manca un riferimento alle donne al timone.

I capitoli successivi si potrebbero definire monografici. Vengono, infatti, analizzati in modo intrigante e aneddotico i ritratti di alcuni grandi personaggi della storia della vela: Carlo Rolandi, “il leader della bolina meravigliosa”, che visse un sodalizio vincente e brillante con Straulino, Pippo Dalla Vecchia, “il gommista promosso generale”, timone del “Savoia” per ventitré anni, famoso anche per la sua arte gastronomica, Picchio Milone, il velista perfetto e Adolfo Baldazzi, il maitre che dava il tu all’avvocato che lo soprannominò Boniperti.

In appendice c’è l’albo d’oro della Vela Napoletana, ossia un minuzioso schema suddiviso in ordine cronologico in cui vengono riportate tutte le vittorie conquistate della vela napoletana.

Si tratta insomma di un libro interessante, ricco e di grande spessore culturale, che apre una grande finestra sul golfo di Napoli e sulla sua storia di mare, contribuendo a restituire alla città un’immagine importante e giustamente meritevole.

 

 

Daniela Vellani

 

 

 

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