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Abbigliato come un moderno pirata, arriva dal buio, in mano un vascello che, da lucerna, illumina il volto: inizia il monologo, inveendo contro Nanninè, a femmena che l’ha pigliato dint ‘a rezza, chiù ‘nfam ‘e na murena; contro l’ammore comincia, ondeggiando, “Verso il mare”, Tonino Taiuti.
Un artista poliedrico, anche musicista che ama diversi generi musicali, fino a scoprirne uno tutto suo; Tonino Taiuti è un attore napoletano che ha fatto i suoi primi passi da “pulcinella” e con il teatro di Viviani ma ha poi ricercato nuovi linguaggi: può vantare esordi con nomi quali Antonio Neiwiller, Enzo Moscato, Annibale Ruccello e Silvio Orlando. Taiuti, a fare teatro, ha cominciato in un periodo in cui si andava in strada, lo si faceva per passione, non lo si programmava; “ Verso il mare”, che ha debuttato ieri al Teatro Civico14, è una sua creatura che egli stesso interpreta.
Sul palcoscenico, assieme a lui, una chitarra distorta da un amplificatore Vox, alle sue spalle una tela, in primo piano uno specchio di mare in una conca e due spugne, il richiamo di una conchiglia, due leggii, anch’essi penduli di salinità, in foggia di medusa e bronzeo, abboccante pesce. Il mare, in tutte le sue forme, è portato in scena con una performance che spazia tra le diverse arti, un monologo in cui si ammira la mimica di un attore consumato, in cui lingue antiche e dialetti ne esprimono la forza, i bisbigli, i tormenti, ma se è un unico attore in scena, non può dirsi monologo se ad un certo punto ad esprimersi ci sono la chitarra, a modulare gli echi della tempesta che infuria, e i colori che schizzano sulla tela sulle note di antichi canti napoletani, restituendo alla fine una tela dalle tinte graffianti. Un mare popolato di pesci, di leggenda, un mare che nutre e soffoca, di incubi e sogno, che fa paura quando infuria e spaventa quand’anche è calmo. Si va verso il mare, provando ad afferrare l’inafferrabile, a domare l’indomabile, un mare che è come l’amore vero, dannato e inafferrabile, una creatura mistica, leggendaria, eppur vera per chi ha il coraggio di addentrarsi, scendere negli abissi e, mentre pare di annegare, guardarne i colori, sentire i pesci e le sirene parlare, credere di poter diventare uno di essi e poter vivere così. E infatti, dannandosi, com’è iniziato, finisce il monologo di Taiuti, si torna all’ammore, alla femmena per cui ‘e lacrime riempiono ‘o bicchiere, Nanninell l’acquaiola.
Scroscio di applausi, per questo debutto al Teatro Civico14, per questa interpretazione impeccabile e carica di simbolismi, riportano l’attore più volte sul palcoscenico. Verso il mare sarà ancora in scena stasera, sabato 28 ottobre, alle 21,00.
Per maggiori info al botteghino http://www.teatrocivico14.org/wp/contatti/botteghino/
Lucia Dello Iacovo