Napoli, al NTF, ritorna Ascanio Celestini con “Che fine hanno fatto gli indiani Pueblo”

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L’anno scorso c’è stato con Laika (https://www.differentemente.info/2016/07/06/celestini-non-delude-e-auspica-la-rivincita-degli-ultimi-con-lo-spettacolo-laika/ ).

Quest’anno Ascanio Celestini ha portato al Napoli Teatro Festival “PUEBLO”,  il secondo atto della sua trilogia, che si concluderà con I Draghi.

In realtà, chi ha preso parte alle due repliche (19 e 20 giugno) di “Che fine hanno fatto gli indiani Pueblo”  ha avuto l’onore di assistere allo studio per uno spettacolo, poiché quello vero e proprio andrà in scena nei teatri italiani quest’ inverno, con intitolato, semplicemente,  PUEBLO.

Seguendo il leitmotiv dello scorso spettacolo, l’attenzione di Celestini è rivolta agli ultimi, agli emarginati, a tutte quelle persone che per definizione sono fuori dal centro, ai margini della società… senza accorgerci magari che forse sono semplicemente nel loro centro.

Ascoltiamo la storia di una barbona (Domenica) e del suo compagno africano che ha il vizio delle slot machine; di una cassiera (Violetta) e di sua madre che mangia solo zuppe liofilizzate; di un facchino del magazzino del supermercato al quale la vita ha tolto il bene più grande.

Storie possibili, racconti che avremmo potuto ascoltare più volte al telegiornale e che dopo poco avremmo dimenticato, pregiudizi che un po’ tutti abbiamo e che neghiamo.

Ascanio Celestini ci mette semplicemente davanti alla realtà: tutti noi siamo colpevoli perché non curanti, menefreghisti ed anche un po’ razzisti.

E come quei passanti borghesi che non meritano nemmeno la morte non avvicinandosi al corpo  esanime di Domenica, per paura di infettarsi, forse anche noi  meritiamo di essere inghiottiti dalla nostra indifferenza e strafottenza.

Ad accompagnarlo in scena con fisarmonica e piano Gianluca Casadei, al suono Andrea Pesce.

Paola Improda

foto ufficio stampa NTF

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