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È sempre un momento catartico il concerto di Carmen Consoli. Ieri sera, “Eco di Sirene Tour” ha inondato di emozioni il Teatro Augusteo di Napoli. Un live sperimentale, diverso dal solito, in cui la cantantessa ha scelto di ridurre la formazione della band ad un semplice trio acustico. Accompagnata dalle sue fedelissime chitarre e da magistrali musiciste come Emilia Belfiore al violino e Claudia della Gatta al violoncello, Carmen Consoli è stata protagonista di uno spettacolo carico di eleganza e professionalità. Sul palco, tre donne, tre “sirene”, incorniciate da una possente scenografia semiellittica appositamente pensata per dare l’idea di un’enorme conchiglia bianca. Il tour “Eco di Sirene” prende il nome dall’omonimo brano contenuto nell’album “Mediamente Isterica” (1998), scelto per un duplice valore simbolico spiegato dalla stessa cantautrice:
“Dopo ore di trucco e parrucco, speriamo di sembrare tre sirene, avvolte in questa splendida conchiglia”, dice scherzosamente la cantautrice, e aggiunge: “La sirena è anche segnale di allarme, nel peggiore dei casi, un pericolo di guerra. Quando ho scritto “Eco di Sirene”, era in atto la guerra dei Balcani. Ora abbiamo quella in Libia, in Siria. Poi c’è la guerra dei cosiddetti “leoni da tastiera”, quelli che potrebbero provare a comprendere meglio o a fare qualcosa di concreto, aprirsi alle nuove culture e fare tesoro della diversità, invece di pensare addirittura di isolarsi, di innalzare muri, come fa l’America”.
“Eco di sirene Tour”, partito subito dopo i concerti legati al disco “L’abitudine di Tornare” (2015), rappresenta per la cantautrice e i suoi fans un fuori programma, un esperimento non legato ad un’imminente uscita discografica. In scaletta, brani appartenenti all’intera carriera musicale, meno presenti quelli dell’ultimo disco (solo “Ottobre” e “Questa piccola magia”) per ovvie ragioni. Un tour di carattere nostalgico, ma anche sperimentale poiché tutti i brani più datati sono stati riproposti in una nuova veste: per buona parte del concerto, la cantautrice si è esibita sola in scena, con chitarra e pedaliera, giocando molto con gli assoli ben incastrati nell’accompagnamento, con toni alti e bassi e con dinamiche completamente rivisitate, rafforzate a livello visivo con giochi di luce. Forse non si era mai presentata in modo così essenziale, dimostrando davvero di poter bastare a sé stessa e al suo spettacolo al di là della preziosità della sua band storica. Un esperimento che probabilmente le è servito a recuperare un’inedita intimità con le sue canzoni ed a presentarle al pubblico così come sono nate. Preciso e discreto l’accompagnamento degli archi, strumenti capaci, a prescindere, di far vibrare le corde dell’anima, ovviamente se ben suonati, ancora più emozionanti inseriti in questo preciso contesto.
Al termine del concerto, Carmen Consoli ha riservato un ringraziamento speciale a tutto il suo staff e in particolare al pubblico:
“Ringrazio tutti voi che ci siete ancora, nonostante io non sia presente così spesso nelle vostre case attraverso la TV e i social. Grazie a tutti per aver accettato questo invito a scatola chiusa”.
In realtà, “questa scatola” non era poi tanto chiusa: chi segue Carmen da sempre, sa benissimo che è una continua sorpresa, che non delude mai e che la sua essenza artistica è talmente leale che nessun fan le negherebbe mai la fiducia che ha meritato negli anni. Napoli c’è stata ancora una volta, il teatro era quasi pieno nonostante non fosse passato nemmeno un anno dal suo ultimo concerto in città. La magia che contraddistingue i concerti di Carmen Consoli è un’esperienza unica in cui la cantautrice dal centro del palco, riesce sempre ad arrivare dal primo all’ultimo spettatore in sala, nella sua assoluta unicità, sincerità artistica, con compostezza e senza eccessi.
Unica punta di amarezza è stata non poterla incontrare dopo il concerto, che sia per motivi di sicurezza o di organizzazione, l’incontro con i fans post-live potrebbe essere un momento emozionante per chi la segue. Certo non basterà questo dettaglio ad allontanare chi l’ha sempre seguita.
Speriamo di rivederla presto qui e che non perda “l’abitudine di tornare”.
Tonia Cestari