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Nel centro storico di Napoli c’è un grande fermento. Le antiche strade greco- romane, tra i decumani attraversati dai cardini e tra i molteplici scorci suggestivi di vicoletti, chiese e piazzette, sono vivacizzate da uno struscio di fiumane di persone di tutte le età, ceti sociali, etnie svariate. In un luccichio fibrillante di allegre luminarie e di antiche botteghe artigianali vestite a festa, fino a tarda notte c’è un lieto movimento e sembra di immergersi nelle espressive tele della scuola di Posillipo. La città di Partenope vive un momento di rinascita e la cultura in tutte le sue forme prende spazio a raggiera, restituendole dignità e lustro. Una miriade di eventi di qualità, molti dei quali in concomitanza, si offrono ai visitatori, ai turisti per caso e no, agli amanti dell’arte, agli appassionati di musica e teatro di tutti i generi.
È in questa bella realtà che ci sono persone che si attivano generosamente e con grande dedizione e amore per rigenerare e rispolverare le enormi potenzialità nascoste.
È il caso di Maria Lucci dell’Associazione Otto Jazz Club onlus, che con coraggio e passione si sta adoperando per riportare alla luce la tradizione jazzistica di Napoli, che forse non tutti sanno che è tra le più ricche d’Europa e risale alla fine della Seconda Guerra Mondiale, allorché musicisti americani sbarcati in città si esibivano in ritrovi del centro storico e affiancavano gli artisti locali.
L’Associazione ha programmato diversi eventi interessanti, che ha visto protagonisti musicisti di alta qualità come lo spettacolo dedicato a Edith Piaf, lunedì 28 dicembre.
A San Gregorio Armeno, nel complesso monumentale di San Gennaro All’Olmo, sembra di trovarsi in un ritrovo bohèmienne parigino. La piccola, ma suggestiva chiesa si trasforma in un teatro semicircolare. Sul palcoscenico un pianoforte bianco, una fisarmonica in bella mostra su una sedia, un leggio e un piccolo fondale scenografico costituito da un quadro in cui spicca il rosso, preannunciano uno spettacolo raffinato e intrigante. Il numeroso pubblico si sente in famiglia, accolto con cordialità dalla “padrona di casa” con un buffet e un brindisi, assiste allo spettacolo con la sensazione di trovarsi in un elegante ed aristocratico salotto.
Sasà Mendoza e Patrizia Di Martino si sono esibiti in un raffinato duo, alternando canzoni a racconti teatralizzati della vita di Edith Piaf. Grazie alle capacità dei due artisti, il pubblico s’immerge nella Parigi dei primi del Novecento ed ha l’impressione di passeggiare nei suoi grandi viali, lungo la Senna e tra i suoi bistrot. Patrizia Di Martino in prima persona, con raffinata enfasi, ci racconta l’intensa vita della grande artista francese, di cui si percepisce fortemente la presenza. Alterna la narrazione con l’espressiva interpretazione di canzoni come Milord, La Boheme, La Vien en rose, giusto per fare qualche esempio, che emozionano fortemente gli animi del pubblico. Esse sono impreziosite dall’accompagnamento musicale del pianoforte e in alcuni momenti della fisarmonica che Sasà Mendoza, anche con virtuosismi e intensi assoli, esegue magistralmente.
Non può mancare il bis calorosamente richiesto dal pubblico compiaciuto e commosso.
Nel ventre di Napoli succede questo! Passeggiando tra le sue vie ti puoi trovare a Parigi, New York, Atene, nei paesi rurali del sud e in tanti altri luoghi del mondo che prendono forma grazie a bravi artisti e a persone che amano la città e la cultura e che con dedizione e un pizzico di mecenatismo fanno in modo da creare queste magie.
Daniela Vellani