“L’azzurro dentro”, l’ultimo libro di Raffaele Messina, recensione di Daniela Vellani

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Le Quattro Giornate di Napoli rappresentano il simbolo della forza di un popolo, che, al di là delle differenze sociali e generazionali, si unisce con passione e con coraggio per ottenere la libertà.

Sono più di ottant’anni da quei giorni gloriosi, celebrati attraverso libri, documentari, film, intitolazioni di strade e piazze. Eppure la voce degli eroi che resero quell’impresa continua a risuonare nelle strade di Napoli, per mantenere vivo il ricordo.

A queste voci si aggiunge ora quella di Raffaele Messina, scrittore di grande talento, con il suo romanzo storico L’azzurro dentro (Ed. Marlin).

L’opera si distingue per la sua qualità letteraria, capace di suscitare emozioni profonde e di favorire l’identificazione con i personaggi. La trama si sviluppa tra Capri e Napoli, abbracciando decenni cruciali: dai primi segnali della Seconda guerra mondiale, con l’introduzione delle leggi razziali, al conflitto stesso, fino al dopoguerra e alla nascita della Repubblica.

Il romanzo si basa su una rigorosa e accurata ricerca storica, supportata da documentazioni precise e pertinenti. Tuttavia, la narrazione non si limita a una semplice cronaca: Messina ci offre una prospettiva intima e coinvolgente, attraverso l’analisi psicologica dei protagonisti. Questi si muovono nello spazio narrativo portando con sé passioni, dolori, ansie, scelte decisive, rabbia, ingiustizia, riscatto, paura, odio e, soprattutto, amore. L’azzurro dentro è, quindi, un romanzo che unisce storia, romanticismo e sentimento.

Tra bombardamenti, rivolte, carestie, miseria e terrore, l’amore emerge come un guerriero forte e indomito, capace di affrontare e superare ogni ostacolo.

I dialoghi e i pensieri dei personaggi coinvolgono il lettore, mentre le descrizioni, di straordinaria vividezza, offrono immagini quasi fotografiche. La penna raffinata di Messina stimola i sensi: si percepiscono odori, suoni e persino sensazioni tattili, che spaziano dai paesaggi naturali più suggestivi agli scenari desolati di distruzione e macerie.

Seguendo i protagonisti, in primis Salvatore e Alessia, il lettore attraversa campi, prova emozioni intense nella grotta azzurra, scappa per rifugiarsi al suono angosciante delle sirene d’allarme, esplora i quartieri di Napoli, contempla il mare del golfo durante i viaggi tra la città e l’isola “azzurra” e assapora piatti come i maccheroni al sugo o i carciofi alla giudìa.

Fin dalle prime pagine, il romanzo cattura e avvolge, trasportando il lettore fuori dalla quotidianità e dentro un mondo ricco di esperienze contrastanti: conflitti e riconciliazioni, speranze e delusioni, tragedie e gioie. Il libro racconta vite, stati d’animo, cronache e storie drammatiche, arricchendo il tutto con la presenza di Eduardo De Filippo, descritto da una prospettiva inedita e originale.

L’azzurro dentro è un’opera densa di spessore culturale, capace di stimolare la riflessione e ampliare il bagaglio di conoscenze del lettore.

A testimonianza del valore del romanzo, Diego De Silva, scrittore e sceneggiatore, non solo lo ha proposto al LXXVIII Premio Strega, ma ha scritto queste parole, riportate nella quarta di copertina: “Messina scrive con gentilezza antica. Lo si segue quasi musicalmente, con l’affetto di un disco che ascoltavamo da bambini e che un giorno spunta tra carte, ricordi e vecchie foto, che neanche il giallore del tempo è riuscito a sbiadire”.

Daniela Vellani

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