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La scuola è un mondo variegato, pieno di colori, voci del coro e fuori dal coro, ricco di emozioni, stati psicologici, background sociali, situazioni buffe e surreali. È un calderone in cui si mescolano ingredienti a volte squisiti e a volta indigesti. Parole e descrizioni non bastano a raccontare ciò che accade quotidianamente nelle aule, nelle segreterie e negli uffici della dirigenza. Dai rapporti interpersonali, riunioni, assemblee, lezioni, collegi dei docenti e consigli di classe, nascono i dialoghi disparati, che sembrano fatti apposta per essere trasformati in romanzi umoristici o drammatici, film e commedie tragicomiche.
Maria Loreta Chieffo, scrittrice ed ex dirigente scolastico, riesce a cogliere questi aspetti nel suo ultimo romanzo, “Il volo dell’equilibrista”, edito da Homo Scrivens, per la Collana Gatti neri e vicoli bui (150 pagine).
Si tratta di un noir sui generis, in cui “Ogni riferimento a persone esistenti o a fatti realmente accaduti non è puramente casuale”. Chiunque abbia avuto a che fare col mondo della scuola, genitori, alunni, insegnanti, personale dirigenziale, amministrativo e collaborativo, può ritrovarsi o riconoscere qualcuno.
Il libro cattura, diverte, intriga. È originale, privo dei soliti stereotipi e lontano dalle tematiche sociali abusate. Lascia al lettore la scoperta di questo mondo in cui tutti si fanno maestri, ma le cui dinamiche si conoscono solo vivendole, subendole e trasformandole. È scritto con l’eleganza e la scorrevolezza che contraddistinguono lo stile della Chieffo, aspetti grazie ai quali ha ricevuto ampi apprezzamenti nelle sue opere precedenti.
È ambientato in una scuola di Napoli, “Istituto Genio: una vista mozzafiato sul golfo” dove “un’inaspettata tragedia crea sconcerto nella comunità scolastica… Mentre tutto è pronto per affrontare gli impegni di fine anno e gli alunni sono già proiettati alle vacanze estive, all’improvviso viene rinvenuto il corpo privo di vita del preside…”
I personaggi sono stati scelti, analizzati e descritti accuratamente con capacità di osservazione e conoscenze psicologiche, e soprattutto con un punto di vista nuovo e originale che consente libere identificazioni, divertimento, autoironia, e un ritrovarsi a rivivere con piacere ricordi e situazioni goffe e insolite.
I personaggi sono delineati con cura, attraverso un’acuta osservazione e conoscenze psicologiche, oltre che con una prospettiva originale che permette identificazione, divertimento e autoironia. La scelta dei nomi è particolarmente arguta e dimostra senso dell’umorismo: dal dirigente “Lo Capo” al vice preside Vicedomini, dal commissario Alberto La Guardia al custode Vinciguerra, fino ai professori Pizzo, Delverme, Tristana Del Gaudio, Adriana Spezzani e ai collaboratori scolastici Gennaro La Marca e Procolo Di Luzio.
Un assaggio del romanzo si può leggere sulla quarta di copertina: “Era evidente che, anche in tale circostanza, il preside si fosse divertito un mondo. Sulle varie pagine aveva trascritto l’elenco di tutto il personale della scuola e accanto a ciascun nome disegnato gomme e pennini. Non ci volle molto a capire che cosa stessero rispettivamente a significare: da cancellare e da encomiare, insomma una recensione sulla falsa riga delle stelle Michelin o delle sfere di Tripadvisor.
Un libro nero, altro che un libro bianco, da fare invidia a Delors o a Cresson, una radiografia del capitale umano di quella scuola.
Guai se fosse finito nelle mani delle famiglie”.
Il romanzo accompagna il lettore nel mondo scolastico in modo fresco e coinvolgente, dipingendo luoghi e personaggi vividi, con colpi di scena e aneddoti divertenti. È disponibile in tutte le librerie e su tutte le piattaforme online.
Daniela Vellani