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Con “A testa alta – il diritto delle idee e del plurilinguismo del pensiero” – si è aperta ieri, 19 ottobre 2024, la stagione teatrale 2024/25 del teatro Bolivar di Napoli.
Uno spettacolo di e con Mimmo Maglionico & Pietrarsa band, con la partecipazione straordinaria di Isa Danieli e la performance musicale del cileno Gabriel Aguilera. Lo spettacolo è prodotto da Performing Arts.
Un viaggio di parole e musica da Santiago del Cile a Napoli, avente come filo conduttore la resistenza e la lotta dei popoli e un’occasione di confronto tra i diversi linguaggi musicali e letterari della scena internazionale.
Attraverso la voce della straordinaria Isa Danieli ascoltiamo dapprima la sofferenza delle madri dei desaparecidos cileni, donne distrutte che trovano la forza, nel loro dolore, di unirsi e combattere contro un regime violento e spietato; poi la voce di un bambino di Gaza che scrive lettere dal carcere militare dove è rinchiuso e subisce ripetutamente torture e violenze. Ci troviamo ad ascoltare l’orrore del fascismo attraverso le parole di una poco più che ragazzina napoletana, ricordandoci che Napoli è stata la città più bombardata d’Italia, e dove il cinismo e l’insofferenza fu tale da augurarsi il bombardamento di Roma, purché questo avesse significato la fine del conflitto mondiale; ed infine attraverso la parole di Erri De Luca, abbiamo ascoltato dei soprusi di ogni genere che, da 5000 anni, subiscono le donne: martiri in terra, da sempre.
Il viaggio è accompagnato con i canti argentini di Mercede Sosa, interpretati da Gabriel Aguilera per poi proseguire con i canti popolari tipici del nostro meridione con i bravissimi Carmela Di Costanzo e Carmine D’Aniello.
A fare da regista c’è Mimmo Maglionico, che con i suoi fiati, insieme a Roberto Trenca alla chitarra, Marco Di Palo al basso e Pasquale Benincasa alla batteria esprimono in musica la forza e il coraggio della lotta contro le ingiustizie.
Una serata all’insegna della musica resistente, come il finale con gli Inti- Illimani , che ci vuole ricordare – ora più che mai – che stare dalla parte giusta non è banale, né scontato, ma è, anzi, doveroso! Che combattere per gli oppressi, per la libertà e la dignità umana è sempre importante, ed il raccontare di queste due popolazioni – cilena e italiana – vuole ricordarci che non ci si deve voltare dall’altro lato di fronte alle ingiustizie, non dobbiamo accontentarci della verità che ci viere narrata come l’unica possibile, ma che dobbiamo sempre approfondire e confrontarci.
Un teatro pieno di persone resistenti, che fan bene sperare insomma.
Buona la prima teatro Bolivar!
Paola Improda