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Peppe Servillo e Cristiano Califano, ieri sera, hanno sfidato il tempo e la superstizione del venerdì 17, dando inizio al FEST, Festival del Teatro nella Sanità, con lo spettacolo “Il resto della settimana”, tratto dall’omonimo testo di Maurizio de Giovanni.
Servillo, accompagnato alla chitarra dal bravissimo Cristiano Califano ha eseguito, dapprima, Per fare un gol , poi Maradona era meglio ‘e Pelè, due brani tratti dal suo album Futbol.
Dopodiché inizia con un fermo immagine il racconto del viaggio verso la partita che cambiò la storia del Napoli. Un gruppo di amici partono alla volta di Torino, in una Fiat Regata diesel, e questo viaggio fa ripercorrere al pubblico emozioni e sensazioni che investono non solo i tifosi ma tutte le persone che, attraverso le parole di Maurizio de Giovanni, rivivono momenti di vita vissuta e che a volte vengono nascosti nei cassetti della memoria.
Il resto della settimana è una storia dedicata al calcio, quella che descrive “i malati”, i tifosi che alla base della loro vita hanno la passione azzurra, ma nonostante ciò non si può fare a meno di notare che l’intento dell’autore è anche quello di esaltare il sentimento e le passioni di un’intera città.
Peppe Servillo trasporta il pubblico in questo viaggio, la sua verve, il suo slancio emotivo, la sua bravura fanno sì che il pubblico sia in macchina con i protagonisti, gioiscano e soffrano con loro.
Un viaggio attraverso emozioni e ricordi, il sentire i nomi dei protagonisti di quella partita del 9 novembre 1986 scuote anche chi la passione azzurra non ce l’ha e chi non è fan del calcio. Non si può restare indifferenti nel sentire i nomi di Tacconi, Platinì, Cabrini, da un lato, e Bruscolotti, Ferrara, Bagni e il Pibe de oro, dall’altro, lui che non viene menzionato col suo nome, ma con tanti appellativi, lui che è presente, è lì sul palco, è nei cuori del pubblico, è palpabile la sua presenza. È lui che dà l’anima alla partita e la rimette in moto dopo il primo gol subito, un passaggio, un supporto, un suggerimento e…le sue immancabili e fantastiche azioni in campo.
Maradona ha cambiato la storia del Napoli, ha fatto sì che i napoletani si armassero di quella forza che a volte manca e ricominciassero a credere in loro. E no, non è solo una partita, come si potrebbe pensare, è un modo per esorcizzare, le paure, le tensione, i brutti momenti.
Esultare e gioire in un momento di condivisione, amare l’idolo che, nonostante le sue problematiche personali, è sempre stato un modello di riscatto e di rivincita.
I quattro protagonisti hanno vinto, ritornano da quel viaggio di ansia e preoccupazioni che all’andata era stato tutto “in salita”, con una leggerezza e una convinzione che chi non è abituato a perdere difficilmente accetta una sconfitta, ma chi vive pensando di essere un perdente può sempre riscattarsi e vincere, rendendo il viaggio di ritorno tutto “in discesa”.
Giustina Clausino
Il FEST continua sabato 18 giugno con Viviani Sanità – La musica dei ciechi, poesia, musica e teatro di Raffaele Viviani, con Eleonora Fardella, Carlo Geltrude, Davide Mazzella, Gaetano Migliaccio, Gianluigi Montagnaro, Antonio Turco, Carlo Vannini.
domenica 19 giugno con Marco Polo, il concerto di Alessio Arena accompagnato da Arcangelo Michele Caso, Giuseppe Spinelli, Antonio Esposito, Raimondo Esposito e Raffaele Vitiello.
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