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Il regista Andrei e la sua fidanzata Paula scoprono che stanno per diventare genitori, tra stupore e paura, inizia un percorso che li porta ad affrontare e rielaborare il loro rapporto con i genitori, in particolare Andrei che vuole riaprire un dialogo con suo padre, che l’ha abbandonato quando era piccolo.
“Padre nostro”, documentario di Andrei Dăscălescu, proiettato in anteprima italiana alla 32esima edizione del Trieste Film Festival racconta in maniera intensa e delicata la storia del regista Andrei e il rapporto con suo padre, o meglio, il mancato rapporto con il padre.
E dal momento che ha scoperto che sta per diventare padre vuole fare di tutto per trovare un punto di incontro con suo padre, che nel frattempo è diventato monaco e risiede sul monte Athos.
Andrei nel suo documentario racconta in modo poetico e vero le paure, l’ansie, le aspettative di due giovani che stanno per formare una famiglia. Paula affronta i suoi genitori, che all’annuncio della sua maternità restano quasi impassibili, così come sua nonna, mentre i nonni di Andrei sono gli unici che accolgono con gioia la notizia e le danno forza e coraggio.
Intanto Andrei si reca al monastero e affronta suo padre, il quale all’inizio è un po’ ostile, ha difficoltà a parlare del passato, del suo rapporto con la moglie e non vuole aprire il dialogo padre-figlio.
Ma pian piano, anche grazie alla telecamera che fa da filtro tra di loro, si affrontano e parlano, si raccontano le difficili scelte, i problemi da affrontare e tutto ciò che è mancato negli anni che non hanno vissuto insieme.
Belle le riprese con la semplicità e la trasparenza che rendono partecipe lo spettatore, la storia entra nell’intimo e ci rende consapevoli dell’importanza di comunicare, di trasmettere le proprie emozioni. La famiglia, a volte, è l’ambiente dove si ha più difficoltà di comunicazione, ma l’affetto, seppur difficile da dimostrare, rende più semplice l’apertura al dialogo.
Paola Improda
In allegato il programma di domani 25 gennaio