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La Mansarda Teatro dell’Orco presenta Il Carro dei Comici
drammaturgia di Roberta Sandias
messa in scena Maurizio Azzurro
scene di Francesco Felaco
costumi di Arti Grazia – Costumi e Accessori
con Maurizio Azzurro, Antonio Elia, Valentina Elia, Marco Esposito, Paola Maddalena, Giulia Navarra
Martedì 28 luglio, alle ore 21.00 nel Cortile di Palazzo Paternò a Caserta, la compagnia La Mansarda Teatro dell’Orco porta per la prima volta in scena Il Carro dei Comici, adattamento in versi de La Lucilla Costante di Silvio Fiorillo, a cura di Roberta Sandias, con la messa in scena di Maurizio Azzurro, anche interprete con Antonio Elia, Valentina Elia, Paola Maddalena, Giulia Navarra, Marco Esposito. Il costo del biglietto è di 10 euro. È necessaria la prenotazione al numero 3398085602.
Primo testo teatrale in cui compare Pulcinella, La Lucilla Costante di Silvio Fiorillo fu dato alle stampe nel 1609 e messo in scena nel 1632, introducendo una delle maschere più amate del teatro italiano. Nel testo l’autore imprime al personaggio di Pulcinella i tratti che sarebbero diventati le costanti fondamentali della sua figura fino ai nostri giorni, ambiguamente costruita su un sistema di opposti: la scempiaggine dello sciocco e le trovate sorprendenti dell’uomo astuto, la stoltezza e l’astuzia, la fame e la golosità, gli eccessi del trasgressore e l’equilibrio del saggio.
Partendo da quest’opera preziosa, la Compagnia ne ha reinventato la drammaturgia, adattandola a una messa in scena più asciutta e immediata, fruibile al pubblico contemporaneo. Il carro dei comici mette in scena una carrellata di varia umanità potente e appassionante, che dipinge a tinte forti i caratteri che le maschere incarnano, in un vorticoso carosello di episodi ora comici, ora poetici, di sicuro impatto e intervallati da musica dal vivo. Maurizio Azzurro firma la messa in scena, i costumi sono di Arti Grazia – Costumi e Accessori mentre le scene di Francesco Felaco.
Il Carro dei Comici non è solo il titolo della piéce, ma è anche lo spazio scenico di azione che, metafora di un viaggio mai interrotto, quello del teatro, ricalca un carrozzone di artisti girovaghi, che giungeva nelle piazze o nei cortili dei palazzi nobiliari per esercitare la propria arte, proprio come accadrà a Palazzo Paternò.