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Finalmente è arrivata l’estate con le sue lunghe giornate di sole. Ma, dopo mesi chiusi in casa per l’emergenza Covid, nei quali abbiamo visto e letto tutto ciò che era nuovo, è difficile trovare qualcosa che ci soddisfi e che ci emozioni.
Una via di fuga dalla realtà e dalla sua monotonia è il romanzo best-seller “La casa dei bambini speciali di Miss Peregrine, di Ransom Riggs. Pubblicato nel 2011, è stato reso noto dall’adattamento cinematografico del 2016, intitolato “Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali”, a cura del grande Tim Burton.
Se non per alcune differenze sostanziali, realizzate ai fini della scorrevolezza cinematografica, come il finale diverso e lo scambio di abilità tra alcuni personaggi, la trama è la stessa. Il protagonista, Jacob Portman, è un ragazzo di sedici anni, molto legato a suo nonno, Abraham (Abe) Portman, un veterano della seconda guerra mondiale. Egli raccontava al nipote, mostrandogli vecchie foto bizzarre, di quando viveva in un orfanotrofio, che ospitava bambini alquanto particolari, gli Speciali, e dei mostri che li perseguitavano, i Vacui e gli Spettri. Gli incubi su questi ultimi hanno tormentato Jacob per tutta la sua vita, nonostante la convinzione che le storie del nonno, non fossero altro che storie.
Ma le parole che Abe pronuncia a Jacob, nei suoi ultimi istanti di vita, riportano a galla vecchi dubbi del ragazzo, riguardo le storie che aveva sempre amato. Jake vuole conoscere la verità sulla persona che più amava, così, seguendo gli indizi, lasciatigli da Abraham, parte con suo padre Franklin per Cairnholm, un’isola del Galles, dove si trovava il famoso orfanotrofio.
Qui, continua le sue ricerche tra stradine rurali, campi e paludi, finché per sbaglio non trova l’ingresso di una grotta, che lo porterà alla casa dei bambini speciali. In questo luogo, descritto come il paradiso terrestre, incontra i protagonisti delle storie che gli venivano raccontate, come Olive, una bambina più leggera dell’aria, ancorata a terra da scarpe di piombo; Emma, in grado di scaturire fuoco dalle mani, il suo corpo totalmente ignifugo; Enoch che resuscita gli oggetti inanimati per un periodo limitato di tempo; e infine, conosce Miss Peregrine, o come la chiamano i ragazzi, L’Uccello, la direttrice dell’orfanotrofio. Alma Peregrine apparteneva ad una particolare specie di Speciali: le Ymbryne, esseri capaci di mutare in uccelli e di creare e mantenere degli anelli temporali, cicli di 24 ore, nei quali poter vivere assieme ai bambini, protetti da qualsiasi minaccia, anche quella del tempo. Assieme a Jacob, viaggiamo dal presente fino al 3 settembre 1940, ogni giorno scoprendo nuovi dettagli sulla storia di suo nonno e nuovi pericoli da cui proteggersi.
Definirlo un semplice romanzo fantasy per ragazzi è restrittivo, data la presenza di scene e descrizioni inquietanti, curate fin nei minimi particolari che, lasciando poco spazio all’immaginazione, evocano scenari macabri, da incubo. A bilanciare questi ultimi, vi sono le scene surreali, quasi paradisiache che descrivono la casa di Miss Peregrine, immobile nel tempo, dove ogni giorno è uguale al giorno prima, ma al tempo stesso diverso. La storia segue un ritmo tutto suo, alternando la calma delle giornate passate nell’anello alla frenesia e all’ansia dei temporali nel presente.
Riggs si preoccupa di rifinire ogni dettaglio della sua storia, conducendoci, in un viaggio investigativo, che porta Jacob a ripercorrere l’infanzia di suo nonno e a scoprire che le favole che lo affascinavano da bambino, sono vere. Inoltre, per aumentare la sensazione di veridicità del libro, l’autore inserisce, tra le pagine, autentiche foto d’epoca, leggermente ritoccate, prese in prestito da archivi privati di alcuni collezionisti.
“La casa dei bambini speciali” è solo l’inizio di un’avventura ai confini del reale, che continua nei titoli “Hollow City”, “La biblioteca delle anime”, “La mappa dei giorni”, “La conferenza delle Ymbryne” e nella raccolta di storie “I racconti degli Speciali”.
Grazie a Ransom Riggs, possiamo allontanarci dalla realtà per entrare in un mondo surreale, pieno di avventure.
“Mi ero appena rassegnato a un’esistenza noiosa, quando iniziarono a succedere cose straordinarie. La prima fu davvero traumatica. E come tutto ciò che ti cambia per sempre, spaccò la mia vita in due metà: il Prima e il Dopo. Anche questo, al pari di molti altri eventi incredibili che sarebbero accaduti in seguito, aveva a che fare con mio nonno, Abraham Portman. Fin da bambino, il nonno era per me la persona più affascinante al mondo.”
Maria Anna Mazzei