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Venerdì 13 settembre, il giorno che per superstizione è il più sfortunato dell’anno, si è dato il via alla prima edizione del “Napoli Horror Festival” nella spettrale e abbandonata ex base Nato di Bagnoli, dove paura e arte si incontrano.
L’arte, per definizione, è un prodotto dell’uomo, volto a meravigliare e ad esprimere l’animo umano, capace di provare vari tipi di emozioni. Sin dagli albori la paura è stata una delle emozioni principali a figurare nell’arte, nonostante si tende a nascondere e ad ignorare questa sensazione non piacevole. La paura racchiude in sé varie sensazioni come timore, ansia, panico, orrore, in arte è possibile esprimerle tutte. Qualsiasi forma d’arte è volta a stupire, ad impressionare e l’arte legata alla paura impressiona e sconvolge lo spettatore, attirando ancora di più la sua curiosità. Al Napoli Horror Festival è stato realizzato un percorso per far si che la paura venisse esplorata in tutte le sue sfaccettature, proprio grazie all’arte.
Lo spettatore viene accolto da uno spirito della morte sospeso, che sembra quasi indirizzarlo verso l’inizio di questo percorso: le mostre in esposizione. Attraverso le mostre lì presenti (“Il senso dell’orrore” a cura della dottoressa Assunta Penna, e “L’horror negli anni 50/60” a cura di Alberto Bruno) si cerca di impressionare gli spettatori, tramite la selezione di opere suggestive di artisti come Goya, Caravaggio, Frida Khalo e tramite locandine e poster di genere horror degli anni ‘50 e ‘60.
Il viaggio continua poi attraverso gli incontri e i dibattiti, che si svolgono in una sala accanto alle mostre, dove si cerca di far riflettere gli ospiti su come quest’emozione ci circondi quotidianamente, in un modo o in un altro.
Entrando nel secondo cortile della base, l’arte diventa suggestione tramite i trucchi e le maschere horror dello stand di “New flesh – makeup & creative lab” di Andrea Borgia, colui che ha curato i trucchi degli attori lì presenti, e grazie alle tavole del fumetto 47 Dead Man Talking degli artisti di Artsteady, che, inoltre, hanno iniziato a disegnare e dipingere un murales pieno di mostri, davanti agli spettatori.
L’arte, con la sua funzione di spaventare, entra in scena con lo stand di Campo 77, proponendo ai passanti alcune attività quali “Disinnesco Adrenalinico” e “Chirurgo dell’apocalisse”, portando al festival la loro personale interpretazione della paura, mista al gioco, anche grazie ai loro ragazzi che travestiti secondo i personaggi inquietanti della realtà da loro creata, interagivano coi vari passanti.
Ecco che infine si arriva all’entrata del tanto atteso Jumpscare tunnel, dove vengono affrontate le paure e le fobie universali, in un ambiente tetro e buio.
Infine, vediamo l’arte in funzione di intrattenimento, grazie agli spettacoli live ed alle proiezioni dei film.
In questo festival la paura regna sovrana e l’entusiasmo è palpabile, anche grazie agli ospiti, alcuni dei quali arrivano truccati, inserendosi a pieno nello spirito dell’evento.
Ricordiamo che il costo del biglietto del Napoli Horror Festival è di 8€ e vi sono molte altre attrazioni da scoprire il 14 e 15 settembre.
Maria Anna Mazzei