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Claudio Vainieri, nato nel 1982 a Milano, laureato in Storia contemporanea, pubblica a marzo 2018 il suo primo romanzo “L’arte di sparire”. Il protagonista della storia è Marco Nidal, che si trova coinvolto in una serie di casi di sparizioni, tra cui quella di suo padre. Aiutato dall’ispettore Perduto e da Mara, una stagista nella redazione di un giornale, cercherà di risolvere il mistero della sparizione di suo padre, mentre i muri della città si riempiono di manifesti di persone scomparse.
Vainieri avvolge il racconto nella nebbia e nel freddo perenne di questa città, rendendo i casi di sparizione ancora più strani ed inquietanti. Tutto sembra perdersi nella foschia, nessuno sembra accorgersi o curarsi di niente, tranne per Marco e Mara, impegnati, ognuno per la sua strada, a seguire gli indizi per arrivare alla soluzione del caso. Ognuno di loro ascolta storie diverse, persone diverse, a mano a mano che si va avanti, emerge la consapevolezza che c’è qualcosa di molto più importante dietro le varie scomparse.
“Sparire è un labirinto di sensazioni concepibile solo se si decide di compiere un salto convinto nell’immaginario” questo pensiero di Mara è tratto da uno dei primi dialoghi col protagonista, dove gli parla della propria ricerca, mirata a scoprire perché qualcuno decida di dileguarsi, quali pensieri oscuri lo portano a tale scelta. Sono tanti i motivi per cui si può decidere o si è costretti a sparire; uno di questi motivi, secondo l’ispettore Perduto, è la ricerca della libertà: “Sembra che sparire sia diventato uno dei nuovi traguardi per molti individui. Le nostre identità sono sempre più sotto controllo, le relazioni personali e sociale sempre più soffocanti. […]È un ingranaggio complesso, la società in cui viviamo. Di noi vuole sapere tutto. Cosa ci piace, cosa acquistiamo, dove andremo in vacanza. L’individuo cerca la sua libertà e un mezzo che ha trovato per raggiungerla è quello di sparire. Creare una nuova identità il più possibile distante e segreta.” Con questa affermazione, il lettore viene trasportato ancora più in fondo alla storia, comprendere i motivi delle sparizioni diventa ancora più pressante.
Ma continuando la lettura, si intuisce che “sparire” non viene inteso solo come fisicamente. Diversi personaggi si fermeranno per parlare di come loro siano scomparsi eppure sono ancora lì. Sono scomparsi nella loro mente perché magari non sono più com’erano un tempo, o è scomparsa la loro identità per fare spazio ad una nuova, oppure ancora si scompare dai pensieri della gente perché si viene sostituiti.
Sparire può essere un’azione forzata, come chi è vittima del cambiamento della società e si ritrova a subire le conseguenze di una crisi economica, ma sparire è anche un atto volontario da parte di chi ormai è stanco di vivere nell’abitudine e nelle costrizioni della società e “vuole essere il protagonista del proprio destino”.
Maria Anna Mazzei