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Pubblico rapito dall’interpretazione di “Sogno di una notte di mezza estate“, a Napoli in Sala Assoli dall’11 al 14 aprile. Prodotto da Casa del Contemporaneo, l’adattamento e regia di Rosario Sparno e Antonella Romano incastra sulla scena Raffaele Ausiello, Angelica Bifano, Luca lervolino, Sara Lupoli, Biagio Musella, per un inquieta reinterpretazione dell’opera classica Shakespeariana.
L’opera originale viene ribaltata, proponendo l’incontro tra gli attori che discutono di mettere in scena il dramma come atto iniziale della commedia. Il pubblico seduto sul palco a circondare la scena è da subito immerso nello spettacolo: rapito all’istante, si lascia trascinare nelle battute e scoppia in risate continue. Casa del Contemporaneo riesce nella riscrittura, celebrando con onore una delle opere più celebri del drammaturgo inglese.
“Uomo volubile e incostante che non sei altro”
Mentre i teatranti litigano per accaparrarsi la parte migliore, discutono su situazioni improponibili solo per stare al centro dell’attenzione. Come pavoni intenti a mostrare piume variopinte, alternano maschere per vestire e spogliare caratteri che costruiscono uno spettacolo nello spettacolo davanti agli occhi dello spettatore. Discussioni che portano alla decostruzione dell’opera classica dove dramma e commedia si amalgamano. Le situazioni vengono portate all’estremo, trascinando nella tragi-commedia l’intera pièce.
“Più imploro e meno ottengo”
Sogno soprattutto è la storia di un amore e di una notte di magia. L’incantesimo che soffia sui capi dei protagonisti e offusca ogni ricordo e credenza, ribalta le situazioni e assopisce i drammi. A vincere è l’amore. L’amore cieco e folle, l’amore intenso che ama con il cuore e non con gli occhi, l’amore magnetico in grado di fare di tutto: che rende il cervello un folle e il cuore un mendicante. La scena in Sala Assoli regala al pubblico ciò che Shakespeare ha formulato tempo fà. L’illogica dell’essere umano davanti ai sentimenti e il perpenetrare della follia davanti all’amore.
“E pensare ai fatti di stanotte, come a un terribile, fastidioso sogno”
Il centro dell’inquietudine che trasporta tutta l’attenzione su di sé è Puck. Accoglie il pubblico su un’altalena, sulla quale ondeggia, nuota nell’aria, balza e scivola via sulle pareti per nascondersi nell’oscurità. Come uno spettro sillaba in inglese facendo smorfie tetre, muovendosi come un manichino per lasciarsi andare in danze macabre come se fosse un’entità a sé. È spettacolare nei suoi movimenti, capaci di ricreare l’agitazione di un animo turbato e irrequieto, incorniciata dall’oscuro della scena.
“Questo rozzo spettacolo ha ingannato il lento andare della notte. A letto, amici”
La conclusione è la risoluzione. La vita non è altro che un incontro fra le risate della commedia e l’essenza stessa del teatro, tra tragedia e melodramma. L’attore alla fine della scena è come in un bivio in cui non sa, se gli applausi sono per lui o per le sue maschere. Il teatro con le marionette, le storie con i suoi inganni e gli attori a fare da mediatori in un sogno che non sai se è finito o meno.
Roberta Fusco