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C’è aria di festa al Napoli Queer Festival, il primo evento napoletano dedicato alla celebrazione della cultura Queer e alla liberazione dagli stereotipi, anima i Quartieri Spagnoli di amore e arte. In Sala Assoli si respirano le emozioni di persone che scambiano e condividono con leggerezza la vita: si può entrare in un mondo nuovo dove poter aprire le porte all’amore, all’inclusione e a tutt* quelli che aspettano uno spazio come il Napoli Queer Festival per poter essere liberi.
Tra i tanti artisti ospiti, la sala è strapiena per Lesbos, la performance live, nella serata di giovedì 21 marzo, di Ilenia Caleo e Martina Ruggeri (aka Bunny Dakota). Due artiste e performer intense che mettono su un manifesto variegato di forme. In un posto safe e neutro come il Napoli Queer Festival, Lesbos crea un futuro distopico, un universo alternativo dove distruggere i limiti dell’oppressione e scardinare le istituzioni.
“Lesbos | Neaßo, 2174 questo è solo un trailer del futuro che vi aspetta Il nostro obiettivo è l’estinzione”
Lesbos è tensione in un intenso vortice di musica palpitante nel cuore, mentre si urla alla resistenza. Si crea un incantesimo con l’ipnosi musicale a scandire i punti di una storia di passaggio. Siamo come acqua che cambia, muove e dilaga senza canali di scolo. Nasciamo nella moltitudine, cogliendo “l’intelligenza da tutti i bordi, da tutti i pori”, per finire con il corpo in un cosmo fatto di interferenze e sostanze. L’acqua è un archivio di dati, infestata di rivolte e ammutinamenti. Uno spettro si aggira sulle acque, i fantasmi dell’estinzione, invisibili potenze senza nome che circondano resti di corpi passati annegati in un mare che si disassembla, ricompone e restituisce. Come l’acqua, i nostri corpi sono archivi di ricordi profondi che trasudano, ispirano, ed espellono durante un’emergenza contemporanea fatta di scarti, agognando un futuro senza “futurità riproduttiva”. Lontani dalla tossicità, alterati corpi fragili composti fatti di esseri: pesticidi, virus, parassiti, radiazioni, scie, forze naturali e transazioni per toccare il fondo. Trasferimenti di materia dove “io/noi sono/siamo ospiti”.
“Le istituzioni di per sé non opprimono, sono semplicemente strumenti in mano all’oppressore”
Un’idrarchia transfemminista, un governo sull’acqua luogo di autodifesa. Stereotipi distrutti da parole crude e affilate come le lame che mutilano corpi indifesi. Lesbos è la parola di sfida per un mondo distrutto dall’essere crudele, nonché il manifesto della resistenza libera e fiera. Unit* tutt* per una liberazione fisica e mentale dall’angoscia del mondo terreno. Ilenia Caleo e Bunny Dakota entrano dentro e spingono tutt* alla rivolta.
“Nello spazio spirale non c’è loro, c’è soltanto noi”
Roberta Fusco