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Una lingua teatrale purissima e ricca di formidabili invenzioni, quella di Enzo Moscato, autore, attore, cantore e interprete, che per oltre 40 anni ha attraversato i palcoscenici italiani, raccontando, sin dagli anni ’80, Napoli come metafora assoluta di un mondo in profondo divenire. Alla sua voce d’artista indimenticabile, in questi giorni, la Sala Assoli ha tributato una dedica d’amore con la rassegna We love Enzo (II edizione), per bocca di attrici straordinarie come Isa Danieli, Cristina Donadio, Imma Villa, che le sue parole le hanno vissute nella carne e nel sangue, facendosene interpreti con delicatezza e furore.
Moscato va via a 76 anni, tra le braccia dei suoi Quartieri Spagnoli, luogo in cui è nato e cresciuto: a pochi metri dalla sua casa, l’altra casa – quella teatrale – diventa cassa di risonanza della sua voce poetica. Un alito di vita, ricco d’amore per la sua arte, un eros, furente come quello che attraversava le sue opere, si spande di bocca in bocca come un vociare che se da un lato si fa sempre fioco, dall’altro si alza e si fa respiro più forte, trasformandosi in canto di appartenenza.
Enzo Moscato è vivo nello spazio dei Quartieri Spagnoli: alla sua vita pulsante, Casa del Contemporaneo continuerà a rendere omaggio, domenica 14 gennaio, con l’ultima replica di Tempo che fu di Scioscia, interpretato da Isa Danieli, e con l’apertura straordinaria di Sala Assoli, dalle ore 11.00 alle 13.00, per condividere con gli spettatori un ricordo che non sarà mai l’ultimo.
«Enzo Moscato ha lasciato questo mondo in un momento caratterizzato da un forte accento tragico – dice Igina Di Napoli, direttore artistico di Casa del Contemporaneo: i poeti non muoiono mai, infatti le sue opere resteranno sempre in piedi come sculture indistruttibili».