Arzano, al Teatro de Filippo, successo per DoppiAKoppia

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foto di Ersilia Marano

DoppiAKoppia scritto e diretto da Ciro Ceruti è stato in scena, al Teatro Eduardo de Filippo di Arzano, dal 9 novembre sino all’ 11 novembre, ed ha riscosso un enorme successo di consensi, infatti lo spettacolo ha registrato il sold out in tutte e tre le serate. La commedia DoppiAKoppia si divide in due atti e la durata dello spettacolo è di tre ore. Il cast è composto da: Ciro Ceruti nel ruolo di Ciro, Giovanni Allocca nel ruolo di Giovanni, Enzo Attanasio nel ruolo di Jacopo Pronto, Paco De Rosa nel ruolo di Paco, Valeria De Biasio nel ruolo di Federica, Laura Borrelli nel ruolo di Ginevra detta Ginny, Gioia Miale nel ruolo di Milly, Serena Caputo nel ruolo di Zoe, e per finire Noemi Coppola nel ruolo di Katia.

La commedia di Ciro Ceruti approda sul palco e gli applausi a scena aperta provano che una storia potente funziona ed emoziona, in qualunque modo la si racconti, specie se sostenuta da un cast affiatato che si diverte nel recitare, dando prova di talento e passione.

La pièce teatrale di Ciro Ceruti è tutta da ridere, seppur metta in scena temi importanti quali la dipendenza dal gioco, la fluidità sessuale, la crisi del ceto medio colpita dalle scelte dello stato ed i demoni del potere e del denaro che costringono gli individui a fare scelte scellerate per mantenere una condizione socio economica superiore (spesso citata nella commedia dal personaggio di Ciro).

La storia racconta di Ciro, ludopatico ed ipocondriaco, completamente dipendente dal gioco d’azzardo tanto da non poter pagare nemmeno le utenze domestiche ( più volte viene citato a mo’ di battuta, dal personaggio di Ciro, il bivio tra il punto Snai e la posta di piazza Nazionale, a Napoli), accanto a lui Ginevra detta Ginny, finta nobildonna calabrese, conosciuta a Soverato, che è costretta a saltare da un letto all’altro per mantenere il suo tenore di vita, poi c’è Milly, sorella di Ciro, accento romano, ecologista, comunista, a tratti radical chic ma soprattutto rappresentante della cosiddetta fluidità sessuale, c’è Giovanni amico di merende e di gioco di Ciro, e Katia amica di famiglia, pronta a sparlare di tutti.

Attorno a questi personaggi ruotano altre figure importanti, come Federica amica di Milly, che possiamo definire una presenza saggia, di bianco vestita, consapevole di tutto ciò che accade, è lei che definisce il concetto di dipendenza quale mancanza di autostima: fare la scelta sbagliata non è un caso, bensì un’abitudine. Continuando, poi, con il personaggio di Zoe, la nuova colf proveniente da Amsterdam, scappata dalla città dove veniva messa in vetrina e con il cuore spezzato dal mal d’amore, che parla con il dialetto di Acerra.

Con lo sviluppo della storia entreranno in scena altri due personaggi, il capoclan Jacopo Pronto e il suo adepto Paco, ed è soprattutto lui assieme al personaggio di Zoe, ad averci colpito per il talento e la caratterizzazione dei personaggi, i più convincenti ed i più divertenti.

La commedia diverte ed entusiasma, soprattutto grazie ai suoi personaggi, al talento degli attori e a quel clima che si respira a teatro, nonostante la durata dello spettacolo.  E mentre la storia si sviluppa e si chiarisce tra colpi di scena, equivoci, risate, entrate ed uscite, alla fine si ritorna sempre al punto di partenza perché come dice il personaggio di Ciro: siamo tutti un grande bluff.

In ultimo va sottolineata la dedica dell’attore e regista Ciro Ceruti alla sua mamma, che viene spesso citata durante la commedia, la sua emozione e commozione sono per lei, così come a lei è dedicata questa pièce.

Ersilia Marano

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