“Ho piantato un albero”, poesia e musica nel disco di Marco Gesualdi

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“Questo disco è nato in un momento incerto e di chiusura, quando non si poteva uscire. Mi è venuta voglia di scavalcare il muro, soprattutto quello ego-emozionale, che spesso si crea nelle relazioni Musicali, e piantare nuovi semi, cercando nella collaborazione con gli altri Musicisti una partecipazione creativa che andasse oltre la semplice ospitata…” Queste significative parole sono di Marco Gesualdi e si leggono sul libretto contenuto nel suo ultimo disco, dedicato a Lucio Lo Gatto.

Si tratta di un inno alla poesia e alla bella musica, dal titolo emblematico: “Ho piantato un albero”, da cui “sono nati undici giovani Alberi, che spero possano dare riparo, frutti, radici, e aria buona per tutti…” e i frutti di questo albero sono undici brani, arrangiati da Marco Gesualdi & Band, di altissima qualità, con testi intensi, ricchi e significativi, un invito alla riflessione e a guardare dentro di sé, e musiche variegate con stili e suoni che uniscono, come i bei colori sulla tavolozza di un talentuoso artista, diversi generi: jazz, word music, blues, pop, etnico, flamenco e ritmi ancestrali.

Alla realizzazione del disco di Gesualdi hanno contribuito, in un proficuo lavoro di squadra, diversi musicisti, eccellenze del panorama artistico nazionale: Simona Boo, Marcello Coleman, Rossella Rizzano, Silvia Romano, Eleonora Gesualdi, Maria Pia De Vito, Maurizio Capone, Francesca Lavarone, Gianfranco Campagnoli, Riccardo Veno, Paolo Licastro, Michele Signore, Gianni Guarracino, Enzo Caponetto, Francesco Paolo Manna, Robertinho Bastos, Enrico Del Gaudio, Carlo Di Gennaro, Carmine Brachi, Giosi Cincotti, Lello Petrarca, Guido Russo, Roberto Giangrande.

 “Sienteme” è il brano di apertura brano. Il testo è di Marcello Coleman e la musica di Marco Gesualdi, raffinato ed elegante e in perfetta sintonia con alcune parole “Quanta voci e quanta storie”. Presenta, infatti, interessanti, e opportunamente assemblate, contaminazioni. La canzone, interpretata in napoletano, ben si sposa con elementi jazz e sudamericani.

Il brano successivo, “Terramurata”, testo e musica di Gesualdi, è una vera e propria poesia e si sviluppa in un ritmo pacato. Nell’interpretazione si avvicendano l’autore e Simona Boo che, con la sua voce armoniosa e dal timbro originale, contribuisce a creare un’atmosfera suggestiva, dolce e soft.

Segue il brano che dà il nome all’album “Ho piantato un albero”. La musica è di Gesualdi, mentre il testo è stato curato da lui, Simona Boo e Maurizio Capone. Quest’ultimo con i suoi strumenti originali e personali crea un clima caraibico e gaio.

Il flicorno di Gianfranco Campagnoli introduce “Buster Keaton”, brano introspettivo “…Vorrei uscire da me stesso e capire un po’ chi sono…” scritto da Carlo Procope e Marco Gesualdi, autore anche delle musiche. La voce calda e dolcissima di Eleonora Gesualdi, figlia di Marco, ben si amalgama con le corde della chitarra e con i fraseggi della tromba che compaiono, assieme ad altri begli effetti musicali, creando un bell’affresco ricco di colori dalle pennellate lievi.

La chitarra introduce il brano successivo, “Flamingo amigo”, aprendo un’atmosfera spagnoleggiante con tratti blues. La musica è di Marco Gesualdi e Gianni Guarracino che si esprime anche con la chitarra in frasi eleganti e avvolgenti.

La vita è una porta, c’è chi entra e chi va, incrociando i volti incontro affinità…” parte iniziale del testo di “Basta Poco”, brano cantato da Simona Boo che descrive stati d’animo in cui ci si immerge attraverso la melodia e in cui ci si può identificare. Il testo è di Carlo Procope, Maria Totaro e Marco Gesualdi, autore anche della musica assieme a Enzo Caponetto.

“Afrolife” è un brano strumentale di Marco Gesualdi in cui la presenza di Francesca Iavarone al flauto traverso e di Lello Petrarca al piano elettrico contribuiscono a conferire belle atmosfere, creando una miscellanea di suoni dai colori e dai ritmi caldi.

“Scetate”, è una “salsa partenopea” in cui le voci di Rossella Rizzaro e Simona Boo s’incontrano in una fusione ritmata di canti in spagnolo e napoletano, il tutto inframezzato dalla tromba e dal ritmo trascinante, in un connubio di ritmi mediterranei, freschi e gioiosi.

Molto suggestivo è il brano strumentale successivo, “Kalma piatta”. La chitarra segue un percorso scorrevole e fluido iintervallato dai fraseggi coinvolgenti del sax di Riccardo Veno che tesse veri e propri ricami melodici.

Ancora una canzone in napoletano s’intitola “Ammore Fujiente” ed è cantata sia Marco Gesualdi che da Silvia Romano, dalla voce espressiva e viscerale.

“Viene Suonno” chiude la bella sequenza di brani. Dal testo di Marco Gesualdi e Maria Pia De Vito (liberamente tratto da Anonimo del ‘700), le corde della chitarra creano un’atmosfera suggestiva colorata da Maria De Vito che con la sua voce ammalia e trasporta chi ascolta in una dimensione onirica e magica.

Il progetto, è di gran pregio e imperdibile, registrato presso YellowSubStudio e Officine Percussive Napoli, prodotto da Marechiaro Edizione Musicali Poggi e da Centro Musica Yellow Submarine, con mix e postproduzione audio di Carlo Di Gennaro e la super visione di Michele Signore, presso Kammermuzak-Soccangeles Napoli, Mastering & guida spirituale al mix Bob Fix. Contiene un libretto con note sui brani e un assortimento di belle fotografie. Sulla copertina c’è l’illustrazione di un albero.

Daniela Vellani

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