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Nel ciclo di eventi organizzati in occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Pablo Picasso, l’unica celebrazione in Italia è ospitata al MANN con “Picasso e l’antico”: un’incontro inaspettato tra il maestro del cubismo e il mondo classico, in mostra dal 5 aprile al 27 agosto 2023.
L’apertura in anteprima è stata accompagnata da una conferenza nell’Auditorium MANN con la presenza delle autorità campane, il Presidente della Regione De Luca e il Sindaco di Napoli Manfredi, l’Ambasciatore di Francia Christian Masset e la Presidente Musée national Picasso-Paris (nonché Coordinatrice Comitato Picasso celebrazioni 1973-2023) Cécilie Debray, una rappresentanza dell’Ambasciata spagnola, la responsabile ufficio mostre MANN Laura Forte e Rosanna Cappelli, amministratrice delegata di Electra, editore del catalogo illustrato ideato dal curatore della mostra Clemente Marconi, presente alla conferenza grazie ad un videomessaggio.
Dimostrando di non essere solo un contenitore di opere, bensì un’istituzione culturale centrale per la città, come affermato dal Sindaco Gaetano Manfredi, il MANN continua a rendere Napoli protagonista grazie al maestro spagnolo, giunto in Italia con Jean Cocteau nel 1917 durante i lavori preparatori al sipario di Parade. Due sono i soggiorni partenopei, purtroppo poco documentati, in cui Picasso scelse di far visita all’allora Museo Nazionale e agli scavi pompeiani: entrambi i soggiorni furono fondamentali per l’ispirazione del cosidetto “secondo periodo classico”, fase in cui il maestro del cubismo approfondì gli studi classici e sviluppò una tendenza di stampo classicistico-naturalista.
Con un’ensemble di quarantatré lavori, il catalogo e la mostra Picasso e l’antico, intendono quindi ricreare l’atmosfera d’ispirazione che ha influenzato il genio durante i suoi soggiorni, ricostruendo quello che poteva essere l’ambiente del tempo, accanto ad un confronto diretto tra le opere del Museo e i lavori di Picasso. Secondo Cécilie Debray, Napoli mostra in lui l’umanità perduta dal terrore della Prima Guerra, fase crepuscolare di grande influenza per l’opera artistica dello spagnolo. Attraverso i lavori raccolti tra il Musée national Picasso-Paris e il Gagosian New York, Clemente Marconi mette in piedi un dialogo tra Picasso e l’opera classica, restituendo con sguardo originale una fase di fondamentale importanza artistica. Disponendo le opere a confronto, emerge la natura ispiratrice dell’arte classica sulla destrutturazione formale degli schemi compositivi, mostrando come l’opera antica è reinventata dal cubista, attraverso quella che Marconi definisce, una continua metamorfosi compositiva.
Simmetrie, assonanze e canoni in comune, suggerisce Laura Forte, sono le forme che restituiscono il senso delle suggestioni provate dall’artista, espresse in una chiave reinterpretativa singolare. Nonostante sia un tempo lontano il 1917, l’incontro con le forme perfette dei marmi e dei soggetti pompeiani, in relazione ai disegni in mostra a “Picasso e l’antico”, ricreano il clima generale di quello che il Direttore Giulierini ha definito “un gioco bellissimo”: non l’usuale mostra, bensì un progetto scientifico di studio per ripercorrere la storia di un’artista geniale in relazione alla città e alla sua anima popolare.
Roberta Fusco