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Bellissima ed emozionante serata, quella di ieri sera, al Piccolo Bellini, di Napoli, il primo concerto di presentazione di Retrò, l’ultimo disco di Giovanni Block.
Block cantautore napoletano, accompagnato dai bravissimi musicisti Roberto Trenca, Pasquale Benincasa, Enzo Lamagna, Salvatore Torregrossa, ha dato vita ad una serata davvero strepitosa.
Perfetto padrone di casa, al punto da mettere così a proprio agio il suo pubblico, che in poco tempo, il concerto è diventata una corrispondenza amicale, un divertente continuo scambio di battute. Una piacevole sensazione di stare a casa, con amici e divertirsi, come non si è più soliti fare.
Bellissimi i brani presentati anche con stupende poesie recitate da Enzo Aprea, storico giornalista Rai, che ha introdotto con i versi di tanti autori, scelti ad hoc per l’occasione, da De Filippo a Troisi per citarne solo alcuni.
Tra i brani eseguiti dall’istrionico padrone di casa citiamo Sposami sul mare, Il primo tra i fanti, Vi odio (che è anche il singolo tratto dall’album), La ballata dei ricordi, L’amore e il veliero, La pioggia nell’orto, La meritocrazia e tanti altri, ma lasciamo la sorpresa a chi andrà ai prossimi concerti, a questo proposito ricordiamo quello di domani, all’Asino che vola, a Roma.
Tra gli ospiti che hanno accompagnato Block nelle esibizioni, i virtuosi musicisti Marcello Giannini (chitarrista), e Fabio Renzullo (trombettista).
Una serata davvero emozionante e ricca di sensazioni positive.
Noi vi consigliamo il concerto di Giovanni Block perché è davvero uno spettacolo!
Prima del concerto abbiamo fatto due chiacchiere con Giovanni Block:
- Come nasce Retrò e perché questo titolo?
Retrò è un lavoro che parte da un’autoanalisi, una presa di coscienza del fatto che ho semplicemente voglia di produrre ciò che mi è più affine dal punto di vista sonoro, testuale e lirico. Ho perciò deciso di farne un lavoro musicale coinvolgendo il mio pubblico in un crowdfunding volendo fortemente mettere in questo disco brani che ho sempre cantato, quindi c’è un retrò anche personale, registrare brani che ho cantato in passato e non ho mai pubblicato.
- Parlavi appunto del crowdfunding che hai organizzato per finanziarti, è così difficile oggi trovare sostegno degli addetti al settore?
In realtà dopo il lancio del crowdfunding sono stato contattato da un’etichetta discografica che in qualche modo si è associata a questo percorso. Diciamo che è quasi impossibile fare diversamente, mi sono da sempre autoprodotto. Come puoi vedere anche questo spettacolo, tutto quello che vedi in scena, è frutto del lavoro di nottate di prove mie e dei musicisti, lavoro continuo e faticoso ma che facciamo semplicemente per la passione che abbiamo per questo mestiere e la voglia di continuare a farlo.
Per essere indipendenti insomma…
Si, esatto. In questi ultimi anni si è sentito molto parlare di questo filone “indie”, però io ci ho trovato davvero poco di INDIpendente, anche come propensione. Gli artisti che si definiscono tali hanno puntato a tutt’altro tipo di percorso. Io invece ho voluto continuare nel mondo dell’indipendenza, forse ingenuamente, ma ad oggi continuo a pensare che sia la strada giusta.
- Ti seguiamo da tanti anni e sappiamo che oltre ad avere una bellissima voce, la tua è anche quella tra le poche fuori dal coro, anche per questo sei un po’ Retrò?
Sicuramente se raccontare l’attualità in maniera chiara alle persone, sempre in maniera poetica, significa essere retrò, allora sì sono orgogliosamente retrò perché continuo ad affrontare temi sociali per me importanti. Non ho la presunzione di poterli spiegare, ma solo la voglia di volerli raccontare così come li sento sulla mia pelle.
- Uno dei brani, tra l’altro molto bello, che hai promosso come singolo anche sui social è Vi odio. Come nasce questo pezzo?
Questo pezzo è semplicemente un grande grido di amore. È l’odio contro l’indifferenza, che risulta essere l’ultimo grande atto d’amore. Nasce da una voglia di voler tornare ad amare, anche se sembra un po’ una follia, ma è così.
- Gaber, De André, Cesare Pavese, Quasimodo, Morricone…ti dicono qualcosa questi nomi? Raccontaci un po’…
Sicuramente questo disco traccia dei percorsi lungo le strade di questi giganti della musica. La mia operazione è un tentativo di arrampicarmi sulle loro spalle, cercando di guardare un orizzonte migliore di quello che vedo oggi. Sono fortemente convinto che dobbiamo tutti noi dare un’occhiata al nostro passato recente, pieno di bellezza, che forse stiamo un po’ dimenticando. Forse quest’operazione retrò per quanto mi riguarda è anche un modo per dire: Signori fermiamoci un attimo tutti.
Questo lo trovi anche nella scenografia del nostro spettacolo: è il frutto della ricerca perenne di portare in scena non un qualcosa di finto, di costruito – come vuole lo showbusiness- ma qualcosa di ambrato, di caldo per accogliere.
- L’adolescenza di noi quarantenni che non ci prendiamo sul serio, è l’incipit di Sposami sul mare. Ti senti un eterno adolescente?
No, assolutamente, è il racconto dell’adolescenza di noi quarantenni. In quegli anni abbiamo vissuto delle cose che vi voglio raccontare anche perché si ha la sensazione di essere scomparsi dai radar e non è giusto perché nella nostra adolescenza anche noi abbiamo sognato, lottato ma non siamo stati ascoltati come meritavamo.
- Quali sono le prossime tappe che ti vedranno esibirti con Retrò?
Siamo in fase di definizione del tour ma posso dirti già che domani, il 6 aprile, siamo a Roma all’Asino che vola.
Paola Improda – Giusy Clausino